Cocquio chiede normalità “Il killer non abita qui”

COCQUIO TREVISAGO La grande paura sembra un po’ attenuarsi e così a oltre due settimane di distanza dal delitto di Carla Molinari, l’ottantaduenne massacrata nella sua villa in via Dante, gli abitanti del posto sono sempre più convinti che a colpire sia stata una mano che viene da fuori al paese, seppur conosciuta dalla vittima. Mentre le indagini proseguono in maniera serrata e tutti si aspettano che il killer dell’anziana venga al più presto assicurato alla giustizia, il paese tenta di poter tornare lentamente alla vita di tutti giorni.

Anche se è impossibile non pensare al mostro, la gente ha ripreso i riti quotidiani con apparente normalità. A cominciare dall’accompagnare i bimbi a scuola. Sono loro i più protetti dallo choc dopo l’assassinio. Molti genitori, aspettando l’uscita dei loro figli dalle scuole elementari della frazione di Sant’Andrea, hanno raccontato come stanno vivendo questi giorni difficili per il paese. E scacciano i sospetti: «A Cocquio – dice un papà – ci conosciamo tutti e nessuno può essere capace di fare una cosa di questo genere. Sono convinto che l’assassino venga da fuori. Di sicuro però conosceva la signora Carla, altrimenti non si spiegherebbe tanto accanimento». Il rituale di accompagnare e riprendere i figli non è cambiato di una virgola, nonostante il delitto sia avvenuto a poche decine di metri dalle scuole. Insomma la psicosi sembra piano piano scemare. «La paura c’era soprattutto nei giorni immediatamente successivi. In quel momento si poteva credere a un serial killer ma se fosse stato così avrebbe colpito di nuovo e invece non è accaduto. Qui a Cocquio non c’è nessun mostro, l’assassino arriva sicuramente da fuori, per noi non ci sono dubbi». Anche i bambini, fortunatamente, sembrano aver vissuto con distacco un fatto tanto drammatico. Televisioni e giornali ne stanno parlando abbondantemente da giorni: «La classe nella quale studia mia figlia – racconta una mamma delle elementari – ne ha parlato pochi minuti il lunedì successivo. Come capita dopo ogni fine settimana i bambini raccontano alla maestra ciò che avevano fatto sabato e domenica. Così quella mattina la maestra aveva spiegato quanto era accaduto facendolo in non più di cinque minuti. E poi basta. I bambini sono tranquilli per fortuna non sono rimasti traumatizzati».

Ovviamente l’inquietudine non passerà fino a quando non si saprà la verità: «Naturalmente fa paura pensare che ci sia un assassino che gira liberamente dopo quel che ha fatto. Però vedere l’accanimento che ha avuto ci fa pensare che ce l’avesse con la signora. E’ brutto da dire ma è un dato di fatto che deve far stare più tranquilli tutti. Si tratta di un caso isolato. Non certo di un serial killer. Anche i nostri figli sono tranquilli non hanno fatto molte domande e neanche  a scuola credo ne abbiano parlato». Lo ha confermato il dirigente scolastico, Saverio Lucio Lomurno: «Non abbiamo in mente progetti particolari perché non sono emerse paure o timori da parte dei bambini. Erano rimasti colpiti ad esempio dalla strage in famiglia di Gornate Olona, ma in questo caso non ci sono stati problemi».

b.melazzini

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