Cocquio, i misteri di via Dante Si cerca nella villa degli orrori

COCQUIO TREVISAGO Un nuovo sopralluogo nella casetta di via Dante 23, dove giovedì nel tardo pomeriggio la povera Carla Molinari è stata massacrata e orribilmente amputata delle mani.
Ieri gli uomini della Squadra mobile di Varese sono tornati per eseguire ulteriori rilievi tecnici, in particolare per misurare con maggiore accuratezza l’impronta lasciata dall’assassino all’interno dell’abitazione. È questa una traccia alla quale viene assegnata grande importanza, perché potrebbe orientare le indagini in una determinata direzione.

Non confermate invece le indiscrezioni riguardo al numero di piede che, secondo le voci circolate ieri, sarebbe piuttosto piccolo: anzi, è semmai proprio questo l’obiettivo del nuovo sopralluogo di ieri del primo pomeriggio. Si tratta di frammenti di impronte, dalle quali appunto è necessario ora risalire al tipo di suola, alla marca e al tipo delle scarpe.
È invece più che certo che siano dell’assassino: perché sono impresse nel sangue rinsecchito della vittima. Peraltro, affermano gli inquirenti, è necessario distinguere tra le impronte lasciate dall’assassino e quelle della vittima. Potrebbe appartenere a quest’ultima infatti l’impronta del piede piccoli.

Da accertare poi tutta la dinamica dell’aggressione, il tipo di arma da taglio impiegato per sgozzare la donna (in modo profondo al punto quasi di recidergli la testa), e poi per mozzargli le mani. Ed è da determinare con esattezza l’ora del decesso: dovrebbe essere compresa tra le 17 e le 18,30. È a questi interrogativi che deve dare una risposta in particolare l’autopsia, fissata per domani, ed affidata al dottor  Marco Motta. Altri particolari che emergono dalla villetta riguardano l’uso del bagno: secondo quanto trapelato, l’assassino avrebbe evitato di lavarsi, e si sarebbe quindi dato alla fuga tutto sporco di sangue. Possibile che nessuno lo abbia notato? Un interrogativo che sembra avvalorare l’ipotesi che sia fuggito passando dal campo sul retro della casa di via Dante, un appezzamento di proprietà della stessa vittima, che termina con una riva scoscesa e un boschetto, fitto di rovi. Il posto ideale per nascondersi?

Altre verifiche riguardano i gioielli che Carla Molinari indossava al momento dell’aggressione: due anelli e un orologio, scomparsi con le sue mani recise. Gli inquirenti, coordinati dal pm Luca Petrucci, non lasciano nulla al caso: dopo avere acquisito tutti i filmati delle videocamere di sorveglianza di Cocquio e dei Comuni limitrofi, vogliono acquisire pure i tabulati della cellula telefonica della zona, per capire chi si trovasse in paese al momento del delitto. Eovviamente, per non lasciare nulla di intentato, saranno sottoposti all’esame del Dna anche i quattro mozziconi di sigaretta, ognuno di marca differente, ritrovati in quattro stanze diverse della casetta. Trattandosi di un omicidio insolito, sono fiorite le interpretazioni piùdisparate sul significato di quelle mani mozzate e portate via: ma finora nessuna ha aiutato l’accertamento della verità.

b.melazzini

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