COCQUIO TREVISAGO Un’altra domenica – è la terza ormai – di raccoglimento per Carla Molinari, un’altra domenica senza un colpevole. La comunità cristiana di Cocquio Trevisago, pur senza riferimenti espliciti, anche ieri ha continuato a pregare per Carla Molinari, in attesa dei funerali della donna, non appena gli inquirenti avranno concesso il nulla osta alla sepoltura del cadavere, sul quale potrebbero essere effettuati nuovi accertamenti utili alle indagini.
Durate le celebrazioni festive di questo fine settimana la comunità pastorale “Sacra Famiglia” ha continuato a pregare per i suoi defunti e anche per Carla, barbaramente uccisa nella sua villetta di via Dante lo scorso 5 novembre, e di cui restano ancora ignoti movente e assassino. La preghiera può essere un rifugio importante per una comunità scossa da tanta violenza. Concetti su cui, sin dalle prime ore dopo l’omicidio, il parroco di Cocquio Trevisago ha insistito con particolare vigore. «Il Vangelo – afferma il parroco don Ervè Simeoni – ci fornisce continui riferimenti che possono essere accostati al tremendo delitto di Carla; oggi la parola di Dio ci ha parlato e interrogato sulla bellezza della testimonianza del Battesimo e su come applicarlo nella realtà della vita soprattutto in termini di solidarietà». Dalla solidarietà alla preghiera. «La comunità continua incessantemente a pregare per i suoi defunti e quindi anche per la nostra sorella Carla».
Non solo pregare per le anime dei defunti, ma anche per coloro che nel mondo si macchiano di malvagità. «Dobbiamo continuare a pregare anche per la conversione dei cuori – prosegue don Ervè – di colui che si è macchiato di un delitto tanto grave ma anche di coloro che per scelte politiche ed economiche causano la morte per fame di migliaia di bambini ogni giorno». La forza della preghiera e della riflessione cristiana: è ciò che in queste settimane sta sperimentando da vicino la comunità cocquiese, segnata dal mistero del male ma non abbandonata dalla speranza. La speranza di trovare il colpevole. Proprio a lui don Ervé si era rivolto nei giorni scorsi, chiedendogli di pentirsi e di costituirsi: «Ti aspetto in confessionale» aveva detto pubblicamente il parroco.
b.melazzini
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