Coldebella futuro Cappellari? Per il momento il paragone non ci sta, parola proprio dell’ex presidente di Varese. Spigoloso e non scontato come quando era sulle plance di comando, nell’intervista che segue Toni Cappellari prova ad analizzare con noi il futuro prossimo sotto al Sacro Monte cestistico, individuando come primo obiettivo per la Openjobmetis che verrà il ritorno a una matrice italiana. Che sappia riportare entusiasmo.
Penso che siamo due persone totalmente diverse. Gli auguro un buon lavoro, ma sinceramente non mi rivedo in lui: io ho vissuto 35 anni di carriera nella stessa società e ne ho sposate solo altre due, mentre Coldebella ne ha già cambiate diverse… Non voglio contraddire Edo, ma io, quando arrivai a Varese, avevo già un certo tipo di background da dirigente, mentre quello che probabilmente sarà il nuovo direttore generale della Pallacanestro Varese per il momento ha un grande palmares solo da giocatore.
Era un momento difficile per la società: c’era appena stata la retrocessione in A2 e insieme alla proprietà cercammo di tirare una riga sul passato. Ripartimmo dai giovani, puntando su Andrea Meneghin, Cecco Vescovi e Paolo Conti. E poi avemmo la fortuna, e la bravura, di pescare alcuni tasselli fondamentali: Komazec, cacciato dalla Grecia, Petruska, instancabile lavoratore da palestra, e
Pozzecco, trovato a Livorno. Tutti accettarono la massima disciplina che io stesso pretesi e riuscirono a riportare quell’entusiasmo che era venuto meno, con Masnago che si riempì di nuovo. Toto (Bulgheroni ndr) dice sempre che quella fu la base per lo scudetto della Stella, un’annata che ebbe come manager un altro personaggio del basket molto sottovalutato a Varese: Gianni Chiapparo.
Devi dare retta a tutti, a chi mette 10 e a chi mette 100. La capacità di relazione, il “saperla raccontare”, diventa fondamentale.
E sono giocatori più che discreti, soprattutto Campani e Ferrero. Ma non si possono paragonare a dei mostri sacri del basket italiano come Andrea Meneghin e Gianmarco Pozzecco…
Davide Pascolo: può diventare uno da scudetto, ha delle potenzialità che vanno oltre la sua dimensione attuale. E Alessandro Gentile: fisico, tecnica, fondamentali.
Lì so. Ma non li dico.
Varese nel Cuore è la parte più importante di questa società, quindi sì. Certo: avessero convinto Toto Bulgheroni sarebbe stata un’altra cosa.
Dovrà scegliere bene gli americani e aggiungere qualche buon italiano in cui gente possa identificarsi. Riportare i tifosi al palazzetto sarà doveroso: che male i buchi in Fiba Europe Cup di quest’anno, anche nelle partite decisive… n