Coltello contro la moglie Sudamericano condannato

«Aiuto, mi ammazza!». Davanti al coltello che il marito aveva estratto, la moglie si è difesa cercando di rubare l’arma dalle mani dell’uomo. Provocandosi però gravi lesioni alla mano e facendo scattare la violenta reazione del marito. E’ questo episodio, avvenuto il 9 giugno del 2012, assieme ad altri due casi di minore entità, ad aver portato mercoledì mattina alla condanna a 4 anni e 6 mesi di reclusione per un 40enne sudamericano.

L’uomo, regolare in Italia, sposato con una donna sudamericana da cui ha avuto una bambina, è in carcere da un anno e tre mesi. Le accuse, nei suoi confronti, erano molto pesanti. Maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale e lesioni aggravate. La corte, presieduta dal giudice Toni Adet Novik, ha però riconosciuto l’uomo colpevole solo per l’accusa di lesioni aggravate e assolvendolo, perché il fatto non sussiste, per tutti gli altri capi d’accusa.

Lo stesso pubblico ministero Maria Cristina Ria aveva chiesto l’assoluzione rispetto all’accusa di violenza sessuale. Una storia caratterizzata da forti tensioni e qualche violenza, quella che ha legato i due. Nell’ultima aggressione il marito, esasperato perché la moglie non gli faceva vedere la figlia da 40 giorni, si è fatto dare un passaggio in macchina dalla donna per andare al lavoro. Arrivato davanti al posto in cui lavorava, non riuscendo a

farsi ascoltare dalla donna, ha estratto il coltello. La donna ha afferrato l’arma per salvarsi, provocandosi però la lesione dei legamenti. Poi è stata guerra vera e botte per il possesso del coltello, fino all’arrivo dei carabinieri. L’avvocato Stefania Gennaro, che difende il marito, ha già annunciato che presenterà ricorso. Anche perché il giudice ha deciso che, una volta scontata la pena, l’uomo venga espulso dall’Italia.

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