Comabbio, per la famiglia sterminata dalla frana di Chiareggio cinque persone verso il processo

Chiuse le indagini a carico di 4 sindaci e un tecnico, indagati per la frana che nel 2020 uccise  Alabama Guizzardi, 10 anni, Silvia Brocca 41 anni e il marito Gianluca Pasqualone 45 anni. Il figlio della coppia, 5 anni, rimase gravemente ferito come il padre della piccola Alabama (Foto d'archivio)

SONDRIO – La Procura di Sondrio ha depositato l’avviso di conclusione delle indagini sulla  frana di Chiareggio che, nell’agosto del 2020, uccise tre turisti in auto del Varesotto e provocò il ferimento di un bambino di 5 anni e di 2 adulti. A perdere la vita furono Silvia Brocca, 41 anni assistente in uno studio dentistico, il compagno Gianluca Pasqualone 45 anni dirigente in un’impresa di lavorazione del vetro di Comabbio, Alabama Guizzardi, 10 anni figlia di amici che quel giorno avrebbe dovuto festeggiare il compleanno.

Il figlio della coppia, un bimbo di 5 anni, era rimasto gravemente ferito e venne ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Bergamo. Il padre di Alabama, che seguiva la Suzuki delle vittime, al volante di un’altra auto fu investito dall’onda dei detriti e, per qualche tempo, rimase in cura all’ospedale di Lecco per le gravi lesioni riportate. L’udienza preliminare per gli indagati è stata fissata per giorno 11 luglio prossimo. Gli indagati sono Renata Petrella, attuale sindaco di Chiesa in Valmalenco e in carica all’epoca della tragedia, e gli ex sindaci Fabrizio Zanella in carica dal 1998 al 2003), Christian Pedrotti sindaco dal 2003 al 2008), Miriam Longhini in carica fino al 2018, con loro indagato anche il tecnico comunale Elio Dioli di Caspoggio.

Agli indagati cono contestate le ipotesi di disastro colposo, omicidio colposo, lesioni colpose. La Suzuki sulla quale viaggiavano le vittime venne travolta dalla massa di fango e detriti nel pomeriggio del 12 agosto 2020 e l’auto che li seguiva e sulla quale si trovava la famiglia di Alabama venne coinvolta nelle smottamento. Secondo le indagini coordinate dalla procura di Sondrio, la frana sarebbe da attribuire anche alla mancata adozione di azioni necessarie e utili a una mitigazione del rischio per la pubblica incolumità sul ponte del torrente Nevasco, in una zona classificata come a rischio molto elevato, violazioni colpose contestate ai sindaci che si sono succeduti dal 2001 al 2020.