Joshua Held è un cartoonist e animatore. Fiorentino, 47 anni, è autore di video virali, vignette umoristiche, serie animate, spot pubblicitari, video musicali, libri per bambini e (recentemente) scenografie teatrali. È il disegnatore dei Nasoni, un mondo popolato di personaggi filiformi e stralunati.
Quando non ha niente da fare ritaglia personaggi e li installa nei posti più improbabili qualcuno ogni tanto viene rinvenuto e segnalato su un treno, nella Metro, al tavolino di un caffè (www.joshuaheld.com, www.inasoni.com ).
Il disegno c’è sempre stato, dice una foto di me a tre anni col pennarello in mano. Ho fatto satira politica anni fa, sia disegnata che animata. Perfino su alcune testate storiche come Cuore, Comix, Linus. Ma preferisco trattare la vita quotidiana, le abitudini. Le coppie, i genitori coi figli, gli animali parlanti, la tecnologia. E spesso la solitudine. I Nasoni sono questo: personaggi fuori da un tempo preciso, graficamente semplicissimi, che mi permettono di evitare il mio ’babau’ peggiore: l’attualità.
Ho un rapporto stretto con la satira e lo humor italiani, francesi ed americani di allora, perché sono state le mie letture da bambino. Pensando al Male mi vengono in mente le famose finte prime pagine dei grandi quotidiani con le finte notizie (“Tognazzi capo delle BR”), e questo pensiero: oggi, una percentuale preoccupante di persone crede alle cosiddette ’bufale’, leggendole talvolta proprio dalle pagine di quegli stessi grandi quotidiani. Non ho la più pallida idea di cosa ciò significhi, ma qualcosa vorrà dire.
Pazienza ha lasciato segni diversi su tutti. Credo anche perché evitava di impantanarsi nell’attualità spicciola. Si teneva più largo e mobile, sulle storie; e come tutti i narratori, appassionava. In perfetto accordo con l’ epoca che viviamo, con il web ed internet e la tecnica che rompe i canonici modelli del lavoro anche nel fumetto tradizionale.
Con la rete si lavora sempre. È come essere in servizio permanente effettivo.Mi sono reso conto della potenza del web oltre dieci anni fa, quando un’animazione di Babbo Natale che canta “White Christmas” con le sue renne, che avevo fatto come semplice augurio email per una ventina di amici, iniziò ad arrivarmi in casella di posta. Era prima dei Social, prima di Youtube, e avevo creato un viral. Da allora il video è diventato un classico natalizio con milioni di views.
Fare cartoon per un periodico è un lavoro da eremita; lavorare su una serie animata è un lavoro di squadra, spalmato su molti mesi. Direi che sono due cose opposte (e preferisco molto la prima). Da un paio di anni collaboro anche con Telecom Italia, con vignette e animazioni per il loro Facebook. Ovviamente il tema principale è la tecnologia, argomento che amo perché è un altro specchio delle nostre abitudini. Vincino ha detto «Mi piace andare nei luoghi dove le cose accadono».
Già ai tempi di Cuore Vincino faceva satira in modo innovativo. I paginoni da Montecitorio erano gli antesignani di quello che ora chiamano Graphic Journalism. Oggi molta satira – soprattutto la sua forma più gettonata: la battuta – è una ’commodity’, un accessorio: tutto è spiritoso, caustico. Non conosco neppure un commercialista che non immagini di essere un autore scomodo (quantomeno sulla sedia).
Un progetto al quale sono rimasto affezionato è The Hemma Family, una miniserie web che ho realizzato per Ikea. Il motivo dell’affetto è che mi hanno lasciato molto libero. Anche quando si trattava di animare episodi in cui i loro prodotti si comportavano in modo poco amichevole o imprevedibile. Armadi che trasportano le persone in altre dimensioni, piante aliene, bambini dimenticati nella nursery del negozio e così via.Tra jazz, classica e molto rock.
Conoscere la musica è stato importante, e il film che mi ha fatto amare l’animazione è stato Allegro Non Troppo, di Bruno Bozzetto. A proposito di musica, in questo periodo sto lavorando alle scenografie animate di uno spettacolo lirico. “A met”・ tra disegno e spettacolo. La parte creativa, storyboard, animazione, si svolge in modo quasi riservato, tra me e il regista. Quando il tutto sarà messo in scena, con montaggio, costumi, luci, cantanti, arriverà anche il lavoro di squadra. Il meglio di due mondi.
Un nasone sale su un taxi e dice: «Mi porti in un paese dove le cose cambiano».
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