GALLARATE Tutti sull’autobus alla fine di una giornata di scuola, ma l’autobus non parte. All’una e cinque di ieri, il cosiddetto “Borghi, Ronchi, Moriggia” era in via Belfiore ad attendere gli studenti del Liceo dei Tigli da portare a casa o in stazione, ma i ragazzi se la sono dovuta fare a piedi da Crenna ai binari delle FF.SS. «L’autista ha chiuso le porte, noi tutti dentro, stipati come sardine, uno addosso all’altro» racconta Alice, studentessa di III liceo Classico. Ma il bus non partiva, il motore restava muto, spento. «Niente da fare, l’autista ha provato e riprovato a mettere in moto, nulla di fatto. Siamo rimasti così per dieci minuti, li ho contati perché oltre all’ansia che mi
stava salendo per la claustrofobia (le porte non si aprivano), pensavo anche al treno che avrei potuto perdere». Dieci minuti di agitazione e sudore finché l’autista dell’Amsc ha deciso «finalmente di aprire manualmente le porte del bus e farci scendere» continua Alice. Liberi tutti. E giù tutti, di corsa. «Era l’una e venti e avevo il treno alle 13.43. Abbiamo fatto una gran corsa fino alla stazione, ma ce l’abbiamo fatta a prendere il treno, per fortuna», conclude la studentessa. Che aggiunge: «A me non era mai successo di restare chiusa sull’autobus o di registrare ritardi o disservizi, ma una mia amica mi ha detto che era già capitato sul bus per Arnate. Speriamo non capiti più». Alessandra Pedroni
f.artina
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