Comunali 2016: a Palazzo Estense un sindaco Civico

Sembra che i movimenti civici sorti negli ultimi anni abbiano l’intenzione di scendere in campo alla elezioni amministrative del 2016. Credo sia una buona notizia per Varese: più partecipazione vi sarà, e maggiori risulteranno le probabilità che la città trovi un buon governo. Ne abbiamo bisogno. I recenti rovesci di ogni genere, economico, culturale e infine sportivo, chiamano a una vera e propria rifondazione di Varese. E perché essa si compia, c’è bisogno di gente nuova, non di quella che seguendo vecchi schemi ci ha portati in queste condizioni. Perciò ben vengano le liste popolari: saranno di sprone ai partiti. È la volta che si rinnovano anche loro, forse.

Corrado Marchi

Liste popolari sì, liste populistiche no. Cioé: correre per correre, non serve a nulla. Correre per conto di qualcosa, serve a molto. Spieghiamo. La partecipazione a una gara elettorale non rappresenta in sé chissà quale pregio. Il competere propositivo costituisce invece un valore aggiunto per l’intera comunità. Le obiezioni a chi governa vanno bene, ma non bastano. Ci vogliono le proposte, le alternative, i progetti di vero cambiamento. Quando, per esempio, il comitato Varese 2.0 annunzia uno studio per

l’individuazione d’un contro-masterplan di piazza Repubblica, sceglie il metodo giusto: idee, concretezza, serietà. Un gruppo d’esperti sta lavorando all’elaborazione del suo documento, e il confronto con i partiti (tutti i partiti) e con eventuali e concorrenti liste civiche avverrà a proposito di contenuti. Su piazza Repubblica e su altro. E’ nel solco d’una dialettica di segno pragmatico che deve muoversi l’aratro della rifondazione varesina. Se no, si getteranno solo i semi del propagandismo fine a se stesso.

Max Lodi