«Comunisiti di m…» Ora Farioli si scusa

«Dove eravamo rimasti?». Il sindaco Gigi Farioli cita Enzo Tortora per riprendere il filo in consiglio comunale dopo la bufera provocata dagli insulti (“Comunisti di m…”) rivolti al termine dell’ultima seduta ai consiglieri del Pd. «Ci sono situazioni in cui chi sbaglia ha il dovere di chiedere ufficialmente scusa. E io chiedo scusa al consiglio, a chi ho offeso, a me stesso e

alla mia coscienza». Così, con poche parole (molte meno rispetto alla lunga lettera che aveva amplificato le polemiche nei giorni appena successivi alla seduta di fine ottobre), Farioli ha chiuso il caso. Proprio mentre il presidente del consiglio comunale Diego Cornacchia, anch’egli protagonista di un battibecco con Farioli nell’ultima seduta, invitava tutti a «ricominciare in modo nuovo», mettendosi alle spalle le polemiche.

Ma qualche coda rimane. Il capogruppo Pd Walter Picco Bellazzi, nel «prendere atto di quanto detto» da Farioli e accettando le sue scuse, non risparmia accuse ad altri esponenti di maggioranza, che avrebbero «scritto di nascosto messaggi di condivisione rispetto alle parole di allora del sindaco», ma anche rivolto all’opposizione l’invito a «dargli contro, a Farioli, così lo facciamo fuori». Bellazzi stigmatizza questi atteggiamenti: «Da questa parte – si rivolge al sindaco – continuerà a trovare coerenza, collaborazione per il bene della città e durezza quando ce n’è bisogno, mai fuoco amico». Parole che fanno arrabbiare il capogruppo Pdl Franco Castiglioni: «Evitiamo accuse omertose, si facciano nomi e cognomi. Rispetto a tutti gli eccessi, il sindaco si è scusato e la questione si può chiudere». E mentre tra il pubblico alcuni militanti di sinistra esponevano magliette per rivendicare con orgoglio il loro essere “comunisti”, Marco Cirigliano di Sel ribadiva, anche a nome del PdCI, la richiesta di «dimissioni» di Farioli: «Non è vietato essere comunisti, chi si riconosce in questa idea deve avere il rispetto che la costituzione garantisce a tutti».

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