Contrada del brodo in festa E stasera la processione

Gallarate – In fila per una tazza di brodo. E per preservare la tradizione e l’identità della vecchia Contrada. Si è rinnovata ieri l’originalissima tradizione della distribuzione del brodo nell’omonima Contrada del Broeud che sorge attorno alla via San Giovanni Bosco. Un pezzo di centro storico che ha conservato intatta la sua identità, tra cortili, vicoli e botteghe, e che a metà luglio celebra la sua tradizione in occasione della ricorrenza della Madonna del Carmine.

«Siamo ancora gente di borgata e ne siamo orgogliosi» spiega Giuseppe Imperiale, presidente del comitato organizzatore della festa della Contrada. Il clou della domenica mattina, con la Messa in Basilica e la distribuzione del brodo caldo, è stato un successo. Benedetta da monsignor Franco Carnevali, il prevosto uscente all’ultimo brodo a Gallarate, e dal vicesindaco Angelo Senaldi, la delizia della Contrada ha messo in fila tanti gallaratesi, alcuni con le scodelle portate da casa o con le pentole per conservare il brodo avanzato. Nel pentolone circa 170 litri di brodo, cotto per 8 ore con le verdure, la carne di manzo, le ossa e i piedi di porco. «Ricetta rigorosamente classica – racconta Alberto Sacchi, “il re del brodo”, che da un quarto di secolo si impegna a cucinarlo per la festa – me l’ha insegnata la nonna di mia moglie. Secondo la leggenda, visto che il marito lavorava al mercato delle carni, s’era inventata l’idea del pentolone di brodo, da distribuire agli operai delle industrie tessili che a mezzogiorno si sedevano per strada a mangiare».

Per il vicesindaco Senaldi, che è nato in via San Giovanni Bosco, nel cortile del prestino Senaldi dove era dipinta l’effigie originale della Madonna, «è una tradizione molto sentita, da attualizzare e rinnovare perché esalta caratteristiche della nostra città da riscoprire, come il lavoro e la solidarietà». Proprio perché negli anni del boom dell’industria tessile il brodo caldo era il pasto “povero” e solidale degli operai delle fabbriche che venivano da fuori città.

«Abbiamo salvato ancora una volta questa tradizione, ormai è l’unica vera festa popolare rimasta in città – ricorda il presidente Imperiale – per l’anno prossimo, che è il 65esimo della festa, stiamo già predisponendo il programma, poi vedremo se riusciremo ad andare avanti. Servono volontari e soprattutto l’aiuto delle autorità». In attesa di un ricambio generazionale, qualche speranza arriva dall’attivismo delle famiglie che vivono nei cortili di vicolo Volpe e via dei Fiori.

«Ci teniamo tantissimo, vogliamo che questa festa, che è una bella tradizione, non vada a disperdersi» spiegano gli abitanti di via dei Fiori. Questa sera la festa si chiude con la processione con il simulacro della Madonna, accompagnata dalla banda “La Concordia” di Crenna.

p.rossetti

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