WhatsApp ormai finisce sul banco dei “testimoni” nel 40% dei casi di divorzio. È un teste attendibile sull’infedeltà e sui corteggiamenti a distanza fuori dal matrimonio.
E pazienza se spesso si ottengono le informazioni violando platealmente la privacy del compagno. WhatsApp è solo uno dei molti strumenti utilizzati per portare avanti un tradimento. I social media in generale hanno incentivato la tendenza al tradimento ma con i messaggi privati, gli amanti posso scambiarsi le foto osè e portare avanti anche tre o quattro rapporti insieme.
Finita, ormai, l’era delle tracce di rossetto sulla camicia, di biglietti e mazzi di fiori anonimi e sospetti, a mettere il dito tra moglie e marito ci pensa la tecnologia e Whatsapp in primis con qualche “bacio virtuale” o “faccina” complice di troppo, capace di destare sospetti che possono rivelarsi fondati. Specialiste nello scovare le “corna” sono,
neanche a dirsi, più spesso le donne, anche over 50, che riescono a stanare i passi falsi tecnologici dei mariti, azzeccando pin, facendo screenshot delle conversazioni, reperendo foto e persino controllando i movimenti col Gps. Quanto agli uomini, invece spesso hanno la “sindrome di pollicino” e non cancellano quasi mai messaggi e foto compromettenti.
Anche se in ogni caso, cancellare tutto può sortire l’effetto contrario, perché “una tabula rasa improvvisa è più sospetta di mille chat.n V. Des.