Cosa funziona e cosa non va dopo il ko nel debutto

Il punto in casa Pallacanestro Varese dopo la sconfitta all’esordio a Sassari

La partita contro Sassari è valsa a confermare una delle grandi speranze estive riposte sulla squadra biancorossa: la qualità del materiale tecnico e fisico che agisce all’ombra delle plance. Qualità variegata, per di più. Dopo un precampionato interlocutorio, con in palio i due punti Anosike ha iniziato a fare esattamente ciò che ci si aspettava da lui: prendere rimbalzi e costituire una presenza “ingombrante” sia a livello difensivo (chi ancora sostiene che non sia portato per la difesa si ricrederà

a poco a poco: il nostro sa sia uscire dall’area sui giochi a due, sia presidiarla di fisico contro i pari ruolo), che offensivo. Il bello è che con lui fuori dal campo l’intensità non si abbassa: c’è Pelle, autentico “stopper” che spaventa gli avversari e ne cambia le parabole di tiro. Se alla coppia si aggiunge Campani, che possiede abilità sconosciute agli altri due (il tiro) ecco completato un pacchetto lunghi invidiabile. Con Luca, però, dovrà essere bravo Moretti: ha bisogno di un ruolo stabile per incidere.

Torniamo ad Anosike: non è un giocatore da pick and roll? Se la risposta è sì, che riceva più palloni spalle a canestro, bravo com’è a prendere posizione profonda nel pitturato. Qui si chiama in causa Maynor, ancora l’ombra del giocatore che ricordavamo. Il play di Raedford sembra per il momento più a suo agio nel mettersi in proprio (tra una pausa per tirare il fiato e l’altra) che non nel “vedere” i compagni. Nell’ampliare il raggio del suo radar dovrà guardare di più sotto canestro: il coinvolgimento del compagno Oderah sarà indispensabile per dare una nuova dimensione a una Openjobmetis che per il momento pare un po’ un ibrido: sa correre, ma non ha ancora i “mezzi” per farlo con continuità; ha “peso”, ma non se ne accorge.