VARESE La zona tra viale Belforte e Giubiano, dietro la stazione delle ferrovie dello Stato, è una ferita per Varese. Qui, nei numerosi stabili abbandonati, trovano rifugio molti dei senzatetto che popolano la Varese nascosta. Ma quello che si lasciano dietro sta esasperando i residenti.In via Monte Santo, al civico 9, aveva sede la Molteni, una fabbrica chiusa da anni. Lo stabile, oggi, comprende i vecchi magazzini e la villa padronale, e l’incuria, nonostante l’intonaco giallo lombardo appena rifatto, è evidente.Non solo per il pezzetto di prato incolto vicino all’ingresso, ma soprattutto per la piccola discarica che si sta accumulando davanti alla porta. Vetri, bottiglie, sacchi a pelo luridi buttati sull’asfalto, perfino una brandina da campeggio rotta, abbandonata vicino al cancello.Tutto questo, di fronte a un deposito comunale: quello al civico 8 di via Monte Santo, dove viene accumulato il materiale per la segnaletica stradale, la manutenzione delle fognature e delle carreggiate. Il custode del deposito è Angelo La Marca, esasperato soprattutto perché, racconta, «sono dipendente comunale, e nonostante questo la mia voce non vale niente. Nessuno si muove, nemmeno l’Asl». Perché lo stabile è privato, quindi il Comune ha le mani legate. Anche le competenze sono molto sfumate, polizia locale e servizi sociali si rimpallano
le responsabilità. Il problema, racconta la sua vicina, Anna Rossi, non è solo igienico: «La notte si sentono spesso urla provenire dalla ex Molteni. Abbiamo paura, qualche anno fa in uno stabile qui vicino c’è già stato un omicidio».La signora Anna ha ragione: in una lite tra senza tetto, in una fabbrica abbandonata del tutto simile a quella di fronte a casa sua in via Maspero, nel novembre 2009 morì un magrebino di 29 anni, Khalid Amadah. A pochi passi, poi, in via Bainsizza, quest’inverno è stato ritrovato il corpo senza vita di Thomas Fioravanti, ucciso dal freddo. La domanda posta dai residenti di via Monte Santo, però, è semplice: «Non è possibile riqualificare il quartiere? – dice ancora la signora Rossi – gli spazi sono tanti, siamo vicinissimi al centro, ai servizi, alle stazioni. Eppure questa zona è piena di fabbriche abbandonate, che diventano un rifugio troppo sicuro per queste persone». Il problema è anche igienico, perché tra via Monte Santo e via Maspero c’è anche il Vellone che scorre all’aperto. Lì, ogni estate, si moltiplicano i topi.I residenti sono esasperati: «Abbiamo bussato a tutte le porte – dice La Marca – non ci ha ascoltato nessuno. Raccogliere firme, l’abbiamo visto troppe volte, non serve».
s.bartolini
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