La parola di questa settimana è basta. Lo spunto arriva della riforma della pubblica amministrazione presentata dal premier. L’ennesima presunta azione di cambiamento, di rivoluzione, se così la vogliamo definire prendendo spunto dalla colorita mail con la quale Matteo Renzi ci chiede “suggerimenti”.
E quindi, visto che gli serve il nostro aiuto, ecco che la presunta e promessa rivoluzione si farà tra 40 giorni, dopo europee e campagna elettorale. Vogliamo scommettere che si andrà ben oltre questa scadenza? Gli ottanta euro in busta paga non dovevano arrivare in pochi giorni se non addirittura pochissime settimane? Che in realtà l’astuta richiesta di contributo serva per guadagnare il tempo necessario a giocarsi la partita politica che attende la nostra classe dirigente?
Ma intanto, nel mondo vero, nel nostro quotidiano, nulla mi sembra stia veramente cambiando, nessuna la rivoluzione in atto né tantomeno in vista. Ecco perché basta è la parola della settimana. Non che io sia contro l’attuale Premier, ma quello che più mi infastidisce è questa continua cronaca fatta del nulla, di parole vuote.
Giorni e settimane di pensieri, discussioni, articoli, approfondimenti, confronti, ma su che cosa? Chi segue questa rubrica sa che abbiamo parlato e commentato nelle settimane precedenti diversi temi polico-economici. Cosa ne è stato per molti di loro? Nulla, persi di vista.
Ma si sa, l’importante è l’effetto comunicazione, l’effetto annuncio. E neanche mi si venga a dire che molto è stato fatto: la concretezza delle scelte si vede nei miglioramenti della nostra quotidianità. Disoccupazione superiore al 10%, giovani che non trovano lavoro, precari, imprese che chiudono, partite Iva che assomigliano sempre più a disoccupati mascherati da lavoratori che non vanno ad ingrossare le statistiche sui senza lavoro. Sono questi i risultati della rivoluzione in atto?
Molti mi risponderanno che ci vuole tempo. Giusto, ecco perché l’invito è pensare meno ad equilibrati e poco misurabili annunci e dedicare più tempo al lavoro, quello serio, quello concreto, così come quotidianamente mi insegnano le imprese del nostro territorio. Chiudo con una riflessione: ho letto questa settimana che il Pd ha trovato in Renzi ciò che è stato Berlusconi per Forza Italia. Spero tanto che ciò non voglia dire altri vent’anni di comunicazione più che di concretezza.
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