La manovra economica che forse sarà licenziata ha vissuto nella sua stesura un gran travaglio e ha partorito tutto e il contrario di tutto quello che si era solennemente pronunciato.La cosa più meschina è il mancato taglio del costo della politica, di quegli stipendi che anche a parere dei nostri bei governanti sembravano eccessivo,ma l’unico taglio sarà quello di parlarne ancora. Se è vero che il tempo e una lunga riflessione sono necessari per esprimere una valida manovra economica, abbiamo assistito a un’ondata di numeri che
non sono nemmeno buoni da giocare al lotto, ma che hanno finito per tradursi nella famosa mano nelle tasche degli italiani. Sposo in toto le parole del Presidente degli industriali Marcegaglia, il Paese è sulla strada del fallimento per una politica economica che non esiste, e senza sviluppo non c’è lavoro, e senza lavoro c’è povertà e miseria, e questo governo ha bisogno di darsi una raddrizzata o di farsi da parte. Sono molto preoccupato per il presente, ma ancora di più per il futuro.
Renato Meroni
Quel che dicono gl’imprenditori è ispirato ai loro esclusivi interessi. Lo ha dichiarato qualche giorno fa un autorevole esponente della maggioranza che sostiene il governo.
Scordandosi che gli interessi degl’imprenditori – se sono bravi imprenditori – sono gl’interessi del Paese. Degl’italiani. Di quelli che lavorano e producono. E che meriterebbero di essere assai meglio guidati di quanto non sono dalla classe politica. Soltanto un’emergenza da collasso l’ha spinta a fare ciò che gl’imprenditori e tante altre categorie economico-sociali le dicono di fare da anni. Purtroppo inascoltati, salvo qualche rara e subito soffocata eccezione (pensiamo alle liberalizzazioni all’epoca del Bersani ministro). Il futuro è nero? È nerissimo. Anche se la storia dice sappiamo dare il meglio quando le cose volgono al peggio. Confidiamo nella storia. La cronaca è meglio ignorarla.
Max Lodi
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