GALLARATE Locali della città nel mirino: tredici le attività controllate nella notte tra il 30 settembre e il primo ottobre, per otto di queste è scattata la sospensione della licenza commerciale. I denunciati sono in tutto nove, ventotto invece sono i lavoratori in nero scovati dagli inquirenti: tra loro anche un minorenne.
«Il fenomeno del lavoro in nero sta tornando prepotentemente alla ribalta – spiega Luigi Nappa, dirigente della direzione provinciale del lavoro che ha coordinato i controlli – I numeri sono in continua crescita è la situazione non deve essere sottovalutata, ma anzi combattuta in modo efficace. Il dato emerge dai controlli che abbiamo effettuato da giugno ad oggi in tutto il territorio».
I controlli, eseguiti dalla divisione polizia amministrativa e sociale della questura di Varese e del commissariato polizia di stato di Gallarate, dagli ispettori della direzione provinciale del lavoro, dai militari del nucleo carabinieri per la tutela del lavoro e dai funzionari ispettivi dell’Inps di Varese, hanno interessato ristoranti, pizzerie, centri massaggi e anche un club privè.
Quest’ultimo, in via Forza Armate, ha mostrato parecchie magagne. Il circolo privato, che sotto la dicitura di associazione riservata agli iscritti camuffava per gli inquirenti un’attività commerciale in piena regola, ha aperto i battenti da meno di un mese. Non proprio un lap dance bar, piuttosto un night vecchio stile: quando sono scattati i controlli il locale era pieno di “soci-clienti” che consumavano allegramente invogliati dalla presenza al tavolo di belle, quanto appariscenti, poco vestite e molto giovani, ragazze straniere.
Il club ha collezionato una lunga serie di violazioni amministrative, dalla mancanza della licenza comunale come esercizio pubblico alla presenza di telecamere non autorizzate che riprendevano i dipendenti. Ma soprattutto ha palesato la presenza di dipendenti in nero in numero superiore al 20% della forza lavoro totale. Il tutto è costato ai gestori la sospensione dell’attività oltre ad una sanzione pari a 30 mila euro.
In via Ferrario, invece, è stato passaggio al setaccio un centro massaggi orientale. Anche in questo caso mancavano parecchi requisiti, ivi compresi i requisiti professionali richiesti dalla legge per tre estetiste cinesi. L’esercizio è stato anche segnalato all’Asl in quanto sono state accertate violazioni alle norme igienico sanitarie: nel bagno riservato ai clienti era stato approntato un angolo cucina dove le dipendenti si preparavano il pranzo. La sanzione qui ammonta a 5 mila euro.
In una pizzeria di via Trombini qualcuno fumava nel locale e, anche qui, è stato rilevato un numero di dipendenti in nero superiore al 20% della forza lavoro totale. Sospesa l’attività imprenditoriale, mentre la multa vale 13 mila euro.
Se l’è invece cavata con poco (2 mila euro), invece, il gestore di una pizzeria di via Varese: qui solo qualche piccola violazione amministrativa.
e.besoli
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