Cura della persona verso la riforma, per un settore da oltre sette miliardi

Sono circa centomila le imprese attive sul territorio nazionale per un fatturato complessivo che supera i sette miliardi di euro, si tratta di un ambito che spazia dall’estetica alla cosmetica, dai centri benessere ai servizi specializzati per il corpo (immagini generiche d'archivio)

ROMA – Il settore della cura della persona rappresenta oggi uno dei comparti più vitali e in crescita dell’economia italiana. Con circa centomila imprese attive e un fatturato complessivo che supera i sette miliardi di euro, si tratta di un ambito che spazia dall’estetica alla cosmetica, dai centri benessere ai servizi specializzati per il corpo. A questo quadro si aggiungono le oltre quarantaduemila piccole imprese di estetica registrate nel 2023, secondo gli ultimi dati diffusi da Infocamere, a conferma di una capillarità che raggiunge tanto i grandi centri urbani quanto i piccoli comuni.

A fronte di una tale espansione, il disegno di legge presentato a Palazzo Madama dal senatore Renato Ancorotti mira a introdurre una riforma organica che tenga conto delle trasformazioni avvenute negli ultimi trent’anni. Un lasso di tempo in cui il settore si è arricchito di nuove tecnologie, trattamenti innovativi e figure professionali prima inesistenti, ma anche di nuove esigenze di regolamentazione e di tutela per gli operatori e i clienti.

Il testo, articolato in tredici punti, prevede tra le misure principali l’introduzione di corsi di formazione certificati, indispensabili per garantire competenze qualificate e aggiornate a chi opera in questo campo. Viene inoltre proposto un inasprimento delle sanzioni per chi non rispetta le norme, con multe più salate a tutela della professionalità e della sicurezza. Particolare attenzione è riservata al riconoscimento ufficiale di nuove figure professionali, frutto dell’evoluzione delle tecniche e delle richieste di mercato.

L’obiettivo dichiarato è duplice. Da un lato innalzare gli standard qualitativi e di sicurezza dei servizi offerti, dall’altro valorizzare un settore che non solo produce ricchezza, ma ha un impatto diretto sul benessere e sulla qualità della vita delle persone. Una riforma che, nelle intenzioni dei promotori, potrebbe fornire anche nuove opportunità occupazionali, in particolare per i giovani e per le donne, che rappresentano la maggioranza degli addetti in questo ambito.

Il dibattito parlamentare che si aprirà nelle prossime settimane dovrà tenere conto della complessità del settore, capace di unire tradizione artigiana e innovazione tecnologica, esigenze di mercato e tutela della salute. Una sfida che, se affrontata con equilibrio, potrebbe trasformare un comparto già in forte crescita in un vero e proprio motore di sviluppo.