Da Cortisonici al Lido di Venezia Il film di Varese diventa un cult

Sono arrivati al Lido martedì a bordo di un motoscafo privato gentilmente offerto loro dall’organizzazione del Festival, lo stesso offerto a tutti i registi in gara per la settantesima mostra del cinema di Venezia.

Un’accoglienza dovuta quindi, ma insperata, che ha giustamente gasato Francesca Reverdito e Riccardo Bernasconi, i due registi non ancora trentenni di “Dead for a Unicorn”, cortometraggio ideato e prodotto in collaborazione con Cortisonici (il festival internazionale del cortometraggio nato e cresciuto a Varese) e selezionato tra i piccoli film in gara per la sezione Orizzonti, quella che Venezia dedica alle nuove correnti del cinema mondiale.

«Per fortuna non abbiamo dovuto sfilare sul red carpet, quello è solo per i vip», scherzava ieri Francesca Reverdito raccontando di questa esperienza che avrà nella giornata di oggi il suo momento clou.

La prima proiezione del loro corto, prevista per il primo pomeriggio nella sala Perla e poi in replica in serata alle 22.15 assieme a quella di tutti gli altri corti in gara. Infine, terza e ultima proiezione sabato, in mattinata, prima delle premiazioni.

Niente paparazzi quindi per i due giovanissimi registi ticinesi che per testimoniare l’arrivo in laguna sono ricorsi all’autoscatto da cellulare, con tanto di pubblicazione della foto su Facebook. Un modo non tradizionale ma efficace per raccontare agli amici della loro prima volta a Venezia in veste di registi in gara.

Un’emozione immensa, anche se questa non è la prima esperienza internazionale dei due ragazzi che già due anni fa erano stati selezionati per il blasonatissimo Festival di Locarno. Ma Venezia è tutta un’altra storia.

«Il motoscafo privato è solo un simbolo, ma davvero arrivare qui è stato come fare un salto nel vuoto», esclama Francesca raccontando di come lei e Riccardo siano stati subito precipitati in un vortice di interviste, conferenze stampa, interventi alla radio. «Per fortuna ci ha seguito un’ottima press agent che ci ha aiutato a orientarci in questo caos», ammettono.

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