Un programma che abbraccia mondi di provenienza diversi, facendo confluire insieme una commistione tra jazz, rock e classica contemporanea con materiali diversi.
Temi da Morricone e De André, ma anche brani propri: tutti rivisti, rimescolati, riadattati per renderli omogenei. Arrivando «da punti di partenza apparentemente lontani fra loro» in un unico suono.
Lo spiega direttamente Giovanni Falzone ciò che questa sera presenterà sul palco del teatro del Popolo nella seconda serata del Gallarate Jazz Festival, alle 21.30.
“Mosche elettriche”
Accanto a lui, a tromba, voce ed elettronica, ci saranno Valerio Scrignoli alla chitarra elettrica, Michele Tacchi al basso elettrico e Riccardo Tosi alla batteria.
Il gruppo delle “Mosche elettriche”, che Falzone ha fondato qualche anno fa e che «nasce – spiega l’artista, uno dei massimi esponenti del jazz contemporaneo – per mettere in evidenza i miei molteplici interessi per la musica».
Pur partendo da un aspetto più “rock”, infatti, all’interno «avviene un lavoro di manipolazione armonica, ritmica». Un nome, quello delle Mosche elettriche, che è «provocatorio».
Perché, prosegue Falzone, «in un momento in cui vengono proposte cose accomodanti, qui c’è l’idea di voler essere mosche ronzanti per l’orecchio dei benpensanti. In questi anni si è creato un sistema un po’ accomodante, anche i mass media, che dovrebbero avere il compito di divulgare, invece a volte hanno un po’ appiattito il tutto: il nostro dovere è dunque cercare di fare da campanello d’allarme».
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