Da Pisapia altolà alla Ue Sea Handling non si tocca

I posti di lavoro non si toccano. L’occupazione di Sea Handling non dovrà andare dispersa. Qualsiasi soluzione si trovi con la commissione europea, l’azienda dovrà restare in piedi senza disperdere i lavoratori, senza cioè fare uno spezzatino della controllata di Sea che si occupa di servizi aeroportuali a terra. L’incontro tra il sindaco di Milano Giuliano Pisapia e il commissario europeo alla Concorrenza Joaquin Almunia sembrerebbe aver ridato un po’ di speranza.

E’ quanto riporta Enore Facchini, segretario generale della Uiltrasporti Lombardia dopo la riunione di ieri tra comune di Milano e organizzazioni sindacali, confederali e di categoria. «Possiamo definirci ragionevolmente ottimisti», dichiara Facchini. «Il Comune di Milano, nella persona del sindaco Pisapia, ha portato a Bruxelles una posizione chiara, una condizione: non si possono mettere in gioco 2.300 posti di lavoro. Non si può, insomma, spezzettare Sea Handling». Anche Rocco Ungaro, segretario generale della Filt Cgil Lombardia parla di «buone prospettive per un dialogo». E’ stato riaperto un clima di confronto con la commissione europea.

La discontinuità richiesta dall’Ue, «non comporta necessariamente lo spezzettamento della società», riporta Facchini. «Per ora siamo nel campo delle idee che non sono nemmeno ipotesi, ma possibilità ce ne sono». Una maggiore caratterizzazione privatistica, per esempio, dove non manchino margini di profitti per una nuova, ma pur sempre integra SeaHandling. «Le organizzazioni sindacali hanno sempre rifiutato la soluzione spezzatino – conosciamo bene la realtà di coop che nascono e muoiono in un giorno – e anche il Comune di Milano sostiene questa stessa posizione credendo a una soluzione che non

sia la frantumazione della società. Starà alla nuova governance di Sea lavorare in questo senso, di concerto con le organizzazioni sindacali», evidenzia Facchini. «Il governo sostenga Milano e dialoghi con la commissione europea per un assetto industriale determinato di SeaH e una concorrenza con le regole in tutta Europa», mette in evidenza Ungaro ricordando che nell’aeroporto di Francoforte hanno finora operato due handler sebbene lo scalo tedesco abbia più passeggeri di Milano e Roma insieme. «Lì la libera concorrenza è stata rispettata?»

Il timore è che il Governo faccia ricorso al Consiglio di Stato inficiando il pronunciamento del Tar che ha fermato la sanzione di 450 milioni ai danni di SeaH. «Il rinvio del Tar dà la possibilità di lavorare a ipotesi che non portino SeaH ad essere indotta ad uno spezzatino di società come a Roma. Vorremmo che il Governo Italiano affrontasse il dramma sociale e non procedesse al ricorso », chiosa Stefano Malorgio (Filt Cgil)

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