VARESE Governo, adesso lasciaci lavorare. Ecco il grido che si alza dopo il congresso straordinario di Confartigianato.
Gli artigiani di Varese puntano al rilancio attraverso cambiamento, aggregazione e identità. Perché è cambiato il mercato e perché aggregazione non sia più una parola che spaventa, poiché alla rete che si sostituisce all’individualismo non ci si può più sottrarre. Forte il tema dell’identità imprenditoriale.
«La congiuntura per noi non è particolarmente negativa, ora comincia a essere in calo – racconta Davide Galli di Ellebi di Gallarate, che realizza minuteria meccanica di precisione – ma vedo emergere sofferenza per le imprese piccole, perché sono meno strutturate e hanno difficoltà a confrontarsi con l’accesso
al credito o con la pubblica amministrazione. Sfide future? Non ci sono mai stati grandi aiuti e non ne abbiamo mai chiesti, abbiamo il nostro Confidi, ma chiediamo solo di poter lavorare. La riforma del lavoro, per quanto riguarda l’apprendistato va bene, ma per il resto lascia perplessi».
La rappresentatività è una delle prerogative per poter ripartire, si punta sulla forte identità dell’imprenditore. «Quello che conta è la continuità, il che si farà dopo – dice Riccardo Pietro Visentin di Home Design Studio di Albizzate, che realizza prototipi in 3D, dai gioielli all’architettura, perfino all’ortopedia – il governo Monti ha interrotto il sistema che c’era prima, ora serve continuità, ci lascino lavorare, ci vuole una diversa tassazione e possibilità di investimenti, e credo molto nella formazione. Si parla tanto di innovazione ma bisogna cambiare la mentalità aziendale, noi siamo l’ultima generazione, i depositari dell’utilizzo dei materiali, sappiamo usare la tecnologia con la testa di artigiani».
L’ARTICOLO COMPLETO E L’INTERVENTO DEL PRESIDENTE MERLETTI SUL GIORNALE DI OGGI
m.lualdi
© riproduzione riservata