Dagli inglesi agli svizzeri La Pro Patria è di una banca

È nelle mani di una banca la Pro Patria. Nel caveau di una merchant bank: il trasporto valori è avvenuto nella notte fra venerdì e sabato. Se vi resterà per sempre oppure finirà in altre mani, questo lo si saprà nei mesi a venire, molto probabilmente al termine della stagione in corso.

Lo ha annunciato Pietro Vavassori ieri mattina durante la rifinitura della squadra sul terreno dello Speroni. Alla sua maniera: informale.

«Alla mezzanotte e un minuto ho firmato un contratto irrevocabile di compravendita con una merchant bank internazionale, oltre ad un patto di ferrea riservatezza – scandisce – Mi hanno dato mandato di portare a termine la stagione, come una specie di traghettatore. Dunque, non sono più il proprietario della Pro Patria».

Prende fiato, una boccata di fumo e riattacca:«Per essere ancora più preciso e chiaro: non ho facoltà di spesa se non all’interno dei costi di gestione che ci sono tuttora. Nei prossimi giorni la banca inizierà una due diligence (cioè verifica dello stato economico-patrimoniale della società, ndr). Già dispone di una sua fotografia, altrimenti non avrebbe sottoscritto il patto, ma vorrà andare a fondo».

«Quando ci siamo incontrati – racconta Vavassori – non so se questa banca parlasse già a nome di qualcuno pronto a rilevare le quote della Pro, oppure era lei stessa interessata».

L’arrivo dei nuovi proprietari, o dei mandanti di eventuali nuovi acquirenti, modificherà qualcosa dal punto di vista tecnico, ovvero porterà qualche acquisto sul mercato che chiude venerdì? L’ex patron è drastico: «Escludo che ci possano essere movimenti: anche perché, lo ripeto, la fotografia della squadra è stata scattata venerdì notte e da lì non si muove nulla. Devo solo portare la Pro alla fine della stagione. I costi di gestione, ora, sono a carico della merchant bank».

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