VARESE «Berlusconi è vecchio attore consumato. Continua a recitare il ruolo ruolo, quello che spaventa non è lui, ma sono i creduloni che continuano ad andargli dietro».Massimo D’Alema, ex presidente del Consiglio e uomo forte del Pd, è intervenuto oggi a Varese, la presentazione del suo libro «Controcorrente». Ad accoglierlo una sala gremita a Palazzo Estense. Prima della presentazione, D’Alema ha incontrato il rettore dell’Università dell’Insubria e il sindaco di Varese Attilio Fontana, rispolverando una vecchia liaison.Il deputato del Pd ha infatti scambiato qualche battuta con il sindaco leghista di Varese sul periodo in cui, a fine anni Novanta, c’era stato un avvicinamento tra Lega e centrosinistra. «C’era stato un dialogo tra di noi. Ma alla fine avete scelto di andare con Berlusconi» ha ricordato D’Alema. Al che Fontana ribadisce: «Sì, ma diciamo che una buona parte del vostro partito ha fatto di tutto per mandarci in quella direzione». E D’Alema alza le spalle e dice: «Lo so, è stata una decisione del partito». Tuttavia il leader Massimo ha voluto sottolineare come la Lega si sia «snaturata» nell’alleanza con Berlusconi. E ha ricordato a Fontana «una favola di Fedro, che raccontai anni fa a Bossi, subito dopo il il ritorno in alleanza con Berlusconi». Quindi dopo il 2000. La favola e quella dei due cani, uno pasciuto e l’altro malmesso che si incontrano. Si chiedono a turno come vada la
vita, racconta D’Alema, quando è il turno di quello malmesso, dice al pasciuto: «Lo vedo che sei messo bene, ma cos’è quel segno sul collo?». «Bossi – dice D’Alema – si arrabbiò moltissimo». Fontana invece la prende con spirito e ride. La morale, secondo D’Alema, è che la Lega è ancora al guinzaglio. E durante la presentazione del libro infatti dice: «Il Carroccio all’inizio aveva molti operai che lo votavano, era un movimento popolare. Ma essendo populista alla fine è passato a destra». «Lascia perplesso chi alla fine crede ancora alle promesse di Berlusconi – ha detto rispondendo ai giornalisti – aveva già assicurato che avrebbe ridotto le tasse nel 1994. E oggi dice le stesse cose. Eppure c’è chi gli crede. Del resto, anche la Lega è tornata con lui. Ma lì si tratta di un forte legame di potere. Dettato anche dalla mancanza di forze giovani e rinnovatrici all’interno della Lega».Mentre sul possibile accordo tra centrosinistra e la coalizione di Mario Monti, pur ribadendo che il governo verrà scelto dal vincitore, ovvero dal suo punto di vista il Pd, sottolinea: «Ci sarà comunque bisogno di un’intesa con le forze moderate del Paese presenti in Parlamento».E sulla sfida delle regionali in Lombardi: «La partita è aperta. Per la prima volta da decenni i cittadini lombardi hanno l’opportunità di un cambiamento e di votare il centrosinistra». M. Tav.
s.bartolini
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