Dalla consolle alla cattedra I dj a lezione da Alex Farolfi

VARESE Dalla consolle alla cattedra: Farolfi spiega la vita da dj. Una lezione del tutto speciale per i ragazzi che seguono il corso per deejay alla Casa del Disco, ma anche un’occasione speciale per conoscere chi della passione per la radio e la musica ha fatto una professione.Alessandro Farolfi disc jockey, remixer e regista radiofonico è alla sua seconda presenza varesina e grazie, a un’amicizia in comune con l’organizzatore del corso Massimiliano “Mastermax” Malnati, è tornato con tre le regole d’oro da proporre ai giovani artisti della puntina.«La prima cosa in assoluto è la passione – racconta Farolfi – se manca quella non puoi fare le cose che ti piacciono. La seconda è l’umiltà, mentre la terza è perseverare e insistere». Nel confronto tra i suoi inizi e quelli dei suoi emuli non trova grandi differenze. «Adesso si vuole tutto e subito, velocemente, invece la cosa più importante è la gavetta. Io ho iniziato in una radio piccola e poi sono riuscito, con un provino, ad arrivare a Radio Deejay».L’ambizione quindi non deve mancare, ma facendo esperienza, un passo alla volta. Più che una lezione è uno scambio di battute e

di esperienze, ai racconti della gavetta di Alex si mescolano alle prime esperienze dei ragazzi. Non cala mai l’attenzione per la quarantina di persone raccolte nella saletta, che dalle curiosità più generali ben presto entrano nel vivo del tema con discorsi che scendono nei particolari tecnici dal “sinc” alle tracce mixate.«La mia prima passione è sempre stata la radio. Ho lavorato in tre diverse emittenti locali dove mi hanno dato le dritte giuste per iniziare a lavorare a livello dei network milanesi che erano già avanti come modo di operare: niente buchi, le pubblicità e lavoro serrato. Quello è stato importante anche dopo, perché al provino per Radio Deejay sapevo fare ciò che chiedevano. Oltre a saper mettere dischi a tempo, anche riuscire a cambiarli a tempo con un jingle senza tagliare il parlato, non toglierlo fuori metrica, trovare jingle in tonalità con il disco e riuscire a fare i  montaggi con i nastri come per la “hit in pillole”».Poi l’avvento del computer ha reso tutto più facile e veloce, ma di conseguenza è aumentata la mole di lavoro. «Io sposo l’evoluzione dal piatto al vinile, dal cd al computer».

s.bartolini

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