Dei 14 giocatori schierati da mister Bettinelli a Carpi, 8 avevano meno di 25 anni. È il vento delle radici che soffia a Masnago. Ed è anche per questo che quella che si è aperta rappresenta per Marco Caccianiga una stagione memorabile.
A me fa piacere questo nuovo incarico, anche perché sono qui dentro da quando è nato il vivaio, ovvero dal 2004. Il movimento sta cominciando a raccogliere i frutti, anche perché dai 25 bambini del 2004 adesso abbiamo numeri ben diversi di bimbi che passano nel settore giovanile. Il vivaio ha oggi radici ben radicate e definite.
L’idea della maglietta dedicata a Isaac è venuta direttamente dai suoi compagni, ed è una scelta giustamente accolta da Mario Belluzzo (che cura la parte tecnica del settore giovanile, ndr). Fa parte della famiglia biancorossa, è un bravissimo ragazzo e il fatto che sia tornato alla vita, magari anche grazie allo sport, è una cosa fondamentale.
So che stanno già cercando di mettere in piedi un’iniziativa del genere, non roviniamo la sorpresa.
Noi siamo partiti perché è cambiata la filosofia del settore giovanile. Con la mini-rivoluzione voluta dalla società, il messaggio è chiaro. Non ci deve essere più distinzione tra scuola calcio e settore giovanile ma un settore giovanile unico. Alcuni allenatori o preparatori hanno poi la responsabilità delle squadre della scuola calcio. Si crea così una commistione di capacità fondamentale per noi, con l’obiettivo di dare alla vittoria un duplice significato. È ovvio che conta il risultato, ci si allena per quello, e si fa attività sportiva per vincere. Però c’è anche l’altro aspetto della vittoria, che è quello di creare i giocatori in casa. All’inizio fai forse un po’ fatica, però te li costruisci qui, da qui a 1 o 2 anni se fai un buon lavoro ti ritrovi poi con qualche ragazzo che va in Primavera e poi in prima squadra.
La mia sensazione è che il Varese è la squadra del Betti. È un allenatore grinta, cuore e carattere, e la squadra ne è lo specchio. Il miglior modo di affrontare la B è il non pensare di essere il Real Madrid o di essere la capolista o una squadra che lotta per i playoff. Noi siamo una squadra pane, salame e oratorio.
Queste sono le proposte del Confa, lui è il Varese e uno di noi. Noi non siamo da doppio petto, smoking e cravatta, ma da calzoncini corti, maglietta e scarpe da ginnastica.
In me sono sempre presenti. Speroni è il mio punto di riferimento, quando c’era abbiamo fatto il periodo insieme in scuola calcio e ho imparato tantissimo. Il Peo è il presidentissimo, veniva coi bambini, vedevo la partita con lui e bevevamo il caffè della Rosy in lavanderia. Al piccolo Martino abbiamo dedicato uno spazio al campetto. Sento sempre mamma Licia, anche lei è una di noi.
Che la prima squadra ottenga una salvezza dignitosa prima della fine del campionato, ma quello che mi preme è vedere il più possibile i ragazzi che fanno il salto in Primavera o prima squadra. Ed è il sogno che ho io, ma è anche quello di Mario Belluzzo, Roberto Verdelli, Stefano Milanta e Paolo Masini.
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