Dalla Spagna a Busto Arsizio Ecco qual era il giro del fumo

BUSTO ARSIZIO Un traffico di droga che dalla Spagna riforniva di hashish, marijuana e cocaina le piazze di Busto Arsizio, del Novarese e della Toscana. Stroncato dalle indagini dalla Guardia di Finanza di Verbania, in collaborazione con il Commissariato di Polizia di Busto Arsizio e con il Nor di Monza, coordinati dal sostituto procuratore Francesca Parola. 115 Kg di marijuana e 6 Kg di hashish sequestrati, una ventina di persone raggiunte da misure cautelari in carcere, più altre indagate a piede libero. Tutto parte ad agosto dell’anno scorso quando in casa del pluripregiudicato Stefano Scatolini, a Busto Arsizio, le Fiamme gialle trovano 120 Kg di droga.Da lì si apre un vaso di pandora da chi scaturiscono 5 diversi filoni d’indagine. Il primo, concluso proprio ieri con la condanna di Scatolini a 5 anni e 6 mesi, riguarda la detenzione della droga. In casa dell’uomo gli inquirenti trovano anche due cambiali. Parte dei guadagni della droga venivano infatti utilizzati per prestare soldi a tassi d’usura. «Scatolini era un anello importante di una catena che ne comprendeva altri» ha spiegato giovedì in conferenza stampa Franco Novati, dirigente della Polizia

di Busto. A procurarsi la droga dalla Spagna, a botte da 50 o 100 kg alla volta, era Vakril Ivanov Kostov, “il bulgaro”. Walter Pilat faceva invece da intermediario, cercando pesci grossi che comprassero la merce. Tra questi anche Scatolini. Ad ottobre dell’anno scorso 7 persone che trafficavano assieme a Scatolini erano già finite in carcere. E una di queste è già pronta a patteggiare 3 anni e 4 mesi di reclusione. Dopo la confisca dei 120 Kg di droga il gruppo provò ad aprirsi nuove piazze a Bollate. Gli inquirenti, però, li tenevano ormai d’occhio. Ed ecco, ieri, 11 nuovi arresti. Sempre da Scatolini partì anche l’indagine che portò all’arresto del vicebrigadiere Salvatore Russo, 47 anni, in servizio al Nor di Monza. Era lui a fornire a Scatolini i ?rapportini? d’informazione che questi utilizzava per farsi dare soldi, in cambio della promessa di insabbiare indagini. Una complessa indagine, quella coordinata dal pm Francesca Parola, che si è però conclusa in meno di sei mesi con la richiesta di giudizi immediati per quasi tutti i soggetti coinvolti. E che ha già registrato le prime condanne.Tiziano Scolari

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f.artina

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