Dall’autismo a Busto all’ONU: Progetti Fantasia conquista New York

La presidente Simona Lamperti e otto ragazzi alla Conferenza ONU sulla disabilità: «Siamo qui per rendere visibili i nostri giovani»

BUSTO ARSIZIO – Un traguardo impensabile fino a pochi anni fa, oggi realtà: l’associazione “Progetti Fantasia” di Busto Arsizio vola a New York, dove rappresenterà l’Italia alla 18ª Conferenza delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, in programma dal 10 al 12 giugno. A guidare la delegazione composta da otto ragazzi e quattro accompagnatori, è Simona Lamperti, fondatrice e presidente dell’associazione, nata con l’obiettivo di creare occasioni di socialità e inclusione per giovani con diagnosi di autismo.

«Un’emozione pazzesca – racconta Simona poco prima di decollare da Malpensa – ma anche una grande responsabilità: siamo qui per far vedere chi sono davvero i nostri ragazzi, per farli uscire dall’invisibilità». Nonostante la giovane età dell’associazione, fondata solo tre anni fa, il lavoro di costruzione di una comunità inclusiva ha attirato l’attenzione a livello nazionale e ora internazionale, tanto da meritare l’invito ufficiale del ministro per la disabilità Alessandra Locatelli.

Una vetrina globale per l’inclusione

L’intervento dell’associazione è previsto nel primo dei due side events organizzati dall’Italia all’interno della conferenza. Intitolato “Tempo ricreativo, tempo di vita”, l’incontro si svolgerà l’11 giugno alle 11:30 nella Conference Room 12 del Palazzo di Vetro. Co-sponsorizzato da Giappone, Sudafrica, Tunisia e International Disability Alliance, l’evento si propone di valorizzare tutte quelle attività che promuovono autonomia, benessere e qualità della vita per le persone con disabilità, anche nel tempo libero.

Nel pomeriggio si terrà un secondo appuntamento, “Il diritto a una vita piena e partecipata”, con un laboratorio interattivo nella Delegate Dining Room, a cui parteciperanno, tra gli altri, la Repubblica Democratica del Congo, l’Arabia Saudita e il Forum Europeo sulla Disabilità.

L’Italia porta la sua esperienza e ascolta quella degli altri, in un contesto dove ogni testimonianza può diventare spunto per nuove azioni. «Abbiamo lavorato mesi per prepararci – aggiunge Simona – ma quello che ci rende davvero speciali è l’autenticità: siamo una famiglia allargata, e questo vogliamo trasmettere al mondo».

Una storia di comunità e speranza

Il viaggio a New York è stato possibile grazie al supporto di tanti sostenitori che hanno creduto nella missione di “Progetti Fantasia”: rendere visibile l’invisibile, far capire che la disabilità non è un limite ma una condizione da includere. L’entusiasmo dei ragazzi è contagioso, e il loro arrivo nella Grande Mela è già una vittoria: per loro, per le famiglie, e per tutte le realtà che ogni giorno costruiscono inclusione dal basso.

In un mondo dove parlare di disabilità spesso significa parlare di diritti ancora da conquistare, Busto Arsizio scrive una pagina luminosa, dimostrando che anche da un piccolo comune può partire un grande messaggio: la diversità non solo arricchisce, ma unisce.