«Dallo per morto e lo Squalo ti azzanna»

Il ct Cassani e lo show di Nibali al Tour: «Poteva andarsene a casa ma ha resistito, il podio è possibile. La Coppa delle Nazioni di domani sulle vostre strade esalterà i nostri azzurrini. Percorso tecnico»

Quando hai la stoffa del campione vero, sei in grado di sopportare qualsiasi cosa. Pioggia, ventagli, cadute, giornate di crisi. Vincenzo Nibali ha indubbiamente quella stoffa da predestinato, e ieri lo ha dimostrato. Ha vinto la tappa più bella del Tour de France, iniziando ad attaccare al terzo chilometro della tappa, con il coraggio di chi non si arrende mai, con la voglia di fare la differenza a

tutti i costi. Un’azione alla Pantani, a 60 km dal traguardo, o la va o la spacca. Vince Nibali, che goduria, e ci riconcilia con il ciclismo vero. Che è quello delle sensazioni, degli attacchi folli, senza gli ormeggi della tattica, dei watt e dell’immobilismo. Vento in faccia, solitudine, montagne, coraggio e anche un po’ di faccia tosta quando se ne infischia del salto di catena di Froome.

Lo Squalo si rilancia così in classifica generale, mettendo a tacere l’infinità di critiche che lo ha travolto nelle ultime tre settimane e ridando lustro al movimento italiano che aveva fatto davvero una fatica tremenda finora alla Grand Boucle. Vincenzo ha percorso gli ultimi chilometri tra due ali di folla, con i tifosi francesi che lo incitavano. Sì, incitavano un italiano e non è affatto banale, perché ha fatto riscoprire loro l’essenza del ciclismo vero. E parlando di ciclismo italiano, in nostro aiuto accorre Davide Cassani, commissario tecnico della nazionale italiana, al secolo anche commentatore tv per la Rai assieme ad Auro Bulbarelli. E giustamente, ci fa da Cicerone partendo proprio dal successo dello Squalo dello Stretto: «Per Vincenzo sarebbe stato facile tornare a casa a metà Tour quando tutto andava storto, quando vedeva gli altri andare a velocità doppia. Ma Nibali è un campione vero, e lo ha dimostrato. Ha reagito, è stato un grande, e non era affatto facile».