Davide Paitoni si è suicidato in carcere

Il 41enne di Morazzone aveva sgozzato e ucciso il figlio Daniele, di 7 anni. Era rinchiuso nel carcere di San Vittore a Milano. Ieri il gup aveva respinto la richiesta di perizia psichiatrica avanzata dall'avvocato difensore perché "Paitoni agì con freddezza criminale ed estrema lucidità".

MILANO – Davide Paitoni, il 41enne di Morazzone che il 2 gennaio scorso ha sgozzato e ucciso il figlio Daniele di 7 anni e ha poi tentato di togliere la vita anche alla moglie Silvia, si è suicidato nel carcere a San Vittore, dove era rinchiuso. Lo si è appreso questa mattina, martedì 12 luglio.

Proprio ieri era stata respinta la richiesta di perizia psichiatrica richiesta dal suo difensore, l’avvocato Stefano Bruno.

I motivi del no alla perizia psichiatrica

Il respingimento da parte del gup è avvenuto attraverso un’ordinanza in cui sono stati ripercorsi gli eventi legati all’omicidio del piccolo e al tentato omicidio dell’ex moglie, nonché il tentativo di fuga elaborato in modo scientifico dall’uomo, che è stato catturato in Valceresio mentre tentava di varcare il confine con la Svizzera.

Per il giudice le modalità con le quali è stato assassinato brutalmente il piccolo Daniele dimostrano che tutto si sia svolto con estrema lucidità e che Paitoni abbia agito con una freddezza criminale.

La tragedia a Morazzone

La tragedia si era verificata nella casa del padre dell’indagato a Morazzone, nella notte di Capodanno. L’uomo si trovava nell’abitazione agli arresti domiciliari perché accusato del tentato omicidio di un collega. Dopo avere sgozzato il piccolo, aveva nascosto il cadavere in un armadio.