De Troia: «Caro sindaco, tagliamoci tutti lo stipendio»

Il neo consigliere chiede di devolvere gran parte delle indennità ad un fondo per i cittadini

«È giusto che gli amministratori diano il buon esempio in tempo di crisi. E soprattutto quando i cittadini fanno sacrifici ogni giorni. E il modo migliore è quello di “autotassarci”, e devolvere i soldi ad un fondo a favore dei cittadini».

Agostino De Troia, neo consigliere comunale della Lista civica Davide Galimberti, entra decisamente a gamba tesa nel dibattito politico di questo giorni. Dibattito che si sta concentrando sui cosiddetti “privilegi” degli amministratori, come la questione del posto auto riservato a Palazzo Estense. Un argomento sul quale il vicesindaco Daniele Zanzi è intervenuto annunciando il provvedimento per eliminarne la gratuità.

Ed è proprio da questo punto che De Troia parte, riconoscendo «la validità di questa proposta che arriva dal vicesindaco, che appoggio in pieno».

Tuttavia, il neo consigliere punta più in alto. E lancia una proposta ai suoi colleghi in consiglio e, naturalmente, in primis al sindaco Davide Galimberti e ai suoi assessori.

«Bisogna dare un chiaro segnale alla cittadinanza che qualcosa è cambiato rispetto al vecchio modo di fare politica – spiega De Troia – un segnale che non abbia solo valenza simbolica, ma possa anche avere un effetto concreto sulla vita dei cittadini, sui servizi che l’ente pubblico deve loro garantire. La mia proposta è semplice: il sindaco, gli assessori, noi consiglieri comunali e i diversi esponenti nominati nelle società a partecipazione pubblica dovranno rinunciare ad una parte della loro indennità».

La cifra è da stabilire, De Troia ipotizza «tra il 30 e il 40 per cento». Soldi che andranno «in un fondo comunale, da istituire, per coprire economicamente servizi di utilità pubblica che oggi sono scoperti. Anche, per esempio, i volontari davanti alle scuole».

La cifra che si potrebbe raggiungere, continua De Troia, «si aggirerebbe tra i diecimila e i dodicimila euro al mese. Non tantissimo, certo, ma sufficiente appunto per sostenere piccole cose utili alla collettività».

Una proposta certamente dirompente, quella del neo consigliere, che farà discutere.

Ma che rappresenterebbe certo un segnale non indifferente verso la cittadinanza. Oltre ad avere, come ha detto l’esponente della lista civica, un effetto concreto.

«A questo punto – aggiunge De Troia – non avrebbe più senso nemmeno parlare di referendum per lo stipendio del sindaco, nel momento in cui quasi la metà della sua indennità andasse a favore dei cittadini. Perché oggi bisogna puntare a dare vita ad azioni che possano avere un riscontro reale per i cittadini. Se rinunciasse ai soldi, dopo l’esito del referendum, ma quei soldi non andassero a favore dei cittadini, che senso avrebbe?».