“Death for a unicorn” a Venezia Cortisonici porta i giovani in laguna

Cortisonici sbarca alla mostra del cinema di Venezia grazie al cortometraggio “Death for a unicorn”, firmato da Riccardo Bernasconi e Francesca Reverdito e co-prodotto proprio da Cortisonici, grazie all’ultima edizione del Lab, quella del 2012.

La notizia era nell’aria, ma giovedì scorso è arrivata la conferma con l’annuncio dei film in programma alla prossima Mostra internazionale d’arte cinematografica, a Venezia dal 28 agosto al 7 settembre. Le quattro sezioni principali del festival sono Venezia 70, Fuori concorso, Venezia classici e Orizzonti. Proprio in quest’ultima sezione, dedicata alle nuove correnti del cinema mondiale, è stato selezionato il film “Death for a unicorn” di Riccardo Bernasconi e Francesca Reverdito.

Un film di 15 minuti la cui progettazione è stata sviluppata proprio a Varese, durante Cortisonici, il festival internazionale del cortometraggio ospitato ogni anno dalla città giardino e di cui probabilmente in primavera abbiamo visto l’ultima edizione (se si chiude, sarà per mancanza di fondi).

Il contesto è stato quello del Lab, lo spazio laboratorio del festival dedicato ai giovani registi under 35 e finanziato da Fondazione Cariplo.

«Durante il Lab ci siamo potuti confrontare con un regista, un produttore e uno sceneggiatore. Tutti professionisti del settore che ci hanno offerto i loro consigli e noi abbiamo cercato di farne tesoro» spiega lo stesso Bernasconi.

Cortisonici ha ulteriormente sostenuto il film con un contributo di quattromila euro. In pratica un terzo del bilancio del film coprodotto assieme alla Rsi – la radiotelevisione svizzera – e la casa di produzione Cinédokké. Tutti i soggetti coinvolti nel progetto sono stati poi ospiti di Cortisonici 2013 per la tavola rotonda “Esperienze di confine” sul tema della produzione cinematografica tra Italia e Svizzera.

Sì perché “Death for a unicorn” (nel cui cast compare come voce narrante, compare l’attrice inglese Tilda Swinton) è stato girato in Toscana, in una location che ben si prestava a raccontare la storia di questa amicizia tra un bimbo tiranneggiato dalla zia e una fantasmina conosciuta al cimitero.

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