Delfi, il “drone” fatto in casa

è nato a Roma 40 anni fa, ma da sette vive a Moriggia dove, nella sua casa-laboratorio, progetta, programma e realizza droni. «No, io produco aeroplani», precisa subito.

Il nome tecnico è Uas, sigla che sta per Unmanned aerial system, ovvero un velivolo senza pilota. E non soltanto perché Delfi, questo il nome dell’aeroplano, è troppo piccolo per trasportare un essere umano. Ma anche perché basta impostare la “missione” dal computer e lui fa tutto da solo.

Una laurea in fisica conseguita tra Roma e Manchester, un’esperienza di lavoro all’Agenzia spaziale europea, Savio oggi di mestiere fa il pilota di Canadair durante l’estate, l’insegnante il resto dell’anno. Nel tempo libero si divide tra l’osservatorio astronomico di Tradate, dove è responsabile della sezione di radioastronomia, e Talos, la società che ha fondato nel 2013 con il torinese per produrre gli Uas.

Meno di due metri di apertura alare per due chili di peso, realizzato interamente in kevlar, carbonio e fibra di vetro, monta una batteria che gli permette di volare per un’ora e mezza raggiungendo la velocità di 50 chilometri orari.

Tutto è cominciato con un aeromodello di polistirolo: «l’abbiamo acquistato e ci siamo resi conto che non sapevamo farlo volare».

I due soci hanno unito le rispettive capacità (Ciagnus è un informatico) ed hanno “modificato” l’aeroplanino, aggiungendo batterie, elettronica, geolocalizzazione e un software di gestione. Risultato: «ancora l’aeromodellismo non lo sappiamo fare», scherza Savio. Però è nato Delfi.

Ma per cosa può essere utilizzato questo apparecchio? Facile e veloce da assemblare, equipaggiabile con una fotocamera piuttosto che con una termocamera, l’aeroplano progettato a Moriggia può avere molteplici applicazioni. Dalla ricerca e soccorso, ad esempio in caso di valanghe proprio utilizzando un apparecchio che avverte il calore emesso dagli escursionisti sepolti sotto la neve, all’analisi del territorio.

«È possibile realizzare delle ricostruzioni in 3D a partire dai dati raccolti per monitorare l’avanzamento di una frana, piuttosto che l’erosione delle coste». Un modello è stato acquistato dalla Regione Toscana, che lo sta utilizzando per realizzare un censimento delle popolazioni di ungulati che vivono sull’Appennino.

Delfi è stato progettato anche per montare dei filtri capaci di analizzare la qualità dell’aria, esattamente come fa la centralina dell’Arpa di piazza San Lorenzo. Utilizzarlo non è difficile, non serve essere un pilota. Anche perché molto fa l’intelligenza artificiale del software: «se incontra un altro velivolo, lo schiva», assicura Savio, «se perde il contatto, ritorna da solo al punto in cui è stato lanciato». Basta programmare la missione, da tablet o da a pc, e il drone, o meglio l’aeroplano, è pronto al decollo.

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