Diversamente abili, ugualmente beffati. Barriere architettoniche nel loro ufficio

Situazione paradossale all’Agesp servizi di Busto Arsizio: al primo piano ci sono sette gradini da salire. L’assessore: «Proviamo a trasformare l’accesso o cambiamo luogo. Me ne occupo io»

– Cosa potrebbe fare un disabile se riscontrasse la presenza in casa propria di barriere architettoniche per lui insuperabili? Niente paura, può rivolgersi ad Agesp servizi che lo aiuterà a portare avanti la pratica che potrà fargli ottenere contributi pubblici o agevolazioni fiscali per abbatterle. La persona interessata potrà così recarsi ai Molini Marzoli dove si trova l’ufficio competente, parcheggiare l’automobile in uno degli stalli riservati ai disabili ed entrare nell’edificio tramite le rampe d’ingresso.

Prendendo l’ascensore salirà al primo piano, dove si trova l’ufficio in cui lavorano i tecnici e lì esporre le difficoltà che riscontra. Ma c’è un problema. Per parlare dell’eliminazione e del superamento delle barriere architettoniche deve recarsi in un ufficio il cui accesso, a chi ha problemi di deambulazione, è negato. A causa di cosa? Di barriere architettoniche. Un paradosso. Tra il primo piano e l’ufficio si ergono infatti sette gradini: altri ingressi non ce ne sono. L’operazione è quindi impossibile per chi è su una sedie a rotelle o per chi ha particolari difficoltà motorie, oltre che per tutte le persone che devono spingere una carrozzina o un passeggino. La situazione non è sempre stata quella attuale, ci spiegano all’interno dell’ufficio: fino a pochi anni fa per chiedere assistenza in materia di barriere architettoniche ci si recava al terzo piano dove arriva l’ascensore e non ci sono ostacoli. Ancora oggi quando giunge un disabile gli operatori lo ricevono al piano superiore, raggiungibile anche da chi non può camminare. Nessun cartello però avverte della presenza di gradini per accedere all’ufficio, nè suggerisce alternative.

Allora i casi sono due. O ci si reca direttamente all’ingresso dello stesso e si comunica con un operatore rimanendo ai piedi delle scale, oppure si può suonare il citofono a piano terra e far subito presente la propria situazione in modo da ricevere le opportune indicazioni per recarsi direttamente al terzo piano. Parliamo della paradossale situazione con , assessore all’inclusione sociale, alla lotta alle vecchie e alle nuove povertà e alla partecipazione democratica di Busto Arsizio. «Non avevo ricevuto segnalazioni in merito – afferma – ma me ne preoccupo io: vedo che cosa si può fare, almeno una cartellonistica adeguata è necessaria. Vediamo se si può trasformare l’accesso all’ufficio: certo è che o si fa qualcosa di davvero utile oppure si fanno salire le persone al terzo piano». Peraltro, sottolinea l’assessore «i Molini Marzoli sono uno dei migliori stabili per quanto concerne l’accesso ai disabili. Gli uffici al piano superiore dell’edificio di via Roma, dove si trovano i servizi sociali, sono messi peggio: sono inaccessibili per chi ha difficoltà motorie. In questi casi, non potendo le persone recarsi nel mio ufficio, sono io che scendo da loro. Purtroppo le barriere architettoniche caratterizzano ancora parecchie strutture». Presto comunque la situazione potrebbe cambiare. «Il Comune – dichiara Cislaghi – vuole razionalizzare le risorse e concentrare tutti gli uffici nella storica sede del Municipio e ai Molini Marzoli».