Gianmarco Pozzecco, chissà se volutamente o meno, ci ha chiamati tutti a raccolta. «Questo derby lo vinciamo assieme». Un appello, una volontà, un modo di stemperare una tensione che non lo starà facendo dormire. Un “vinciamolo insieme” che suona un po’ come un “vediamo quanti siamo”. Come un “giochiamo”. E allora, visto che noi quando si tratta di giocare non ci tiriamo mai indietro, abbiamo deciso di lanciare la nostra iniziativa. Twittate. Diteci perché voi domenica prossima siete . Sbizzarritevi, emozionatevi, lasciatevi andare. E giocate, anche voi, questo derby: pubblicheremo tutto, raccogliendo in una pagina quelle parole che serviranno per sentirsi davvero un gruppo, una cosa sola.
E, ovviamente, iniziamo noi.
La nostra redazione si è schierata e non si è tirata indietro. Qui tutti stanno #conilpoz: a partire dal nostro direttore . Che sta #conilpoz «perché è rimasto quello con i capelli tinti (di rosso), il naso sanguinante e il pugno battuto sul cuore, in piedi sul tavolo dello speaker il giorno della stella. Unico». Tocca poi ai nostri due ragazzi che seguono il web e i social network de La Provincia di Varese. sta #conilpoz «perché mi ha regalato l’emozione sportiva più grande della mia vita», mentre sta #conilpoz «perchè ricordo quel giorno del ’99. Ricordo che mi feci i capelli rossi, come i suoi. Ricordo che quel colore, oggi, brucia ancora dentro come le fiamme dell’inferno».
Ha voluto partecipare al gioco anche la nostra “nerista” S che sta #conilpoz «perché le imprese eroiche, il senso dell’epico e i sogni mi aiutano a vivere meglio». Ed è bello registrare queste parole da chi solitamente il basket lo segue poco, ma non ha paura di emozionarsi. Il nostro viaggio continua,
portandosi a casa il pensiero di una delle nostre “donne del desk”:(che in gioventù, per il Poz ci aveva fatto una vera e propria malattia). Lei ci ha detto che sta #conilpoz «perché… con la sua imprevedibilità e la sua grinta non ti puoi annoiare mai! Persona unica e coinvolgente: bentornato Poz!».
Il gioco piace: e piace l’idea che chiunque sia in grado di dare una mano e portare un mattoncino alla sfida di domenica. La nostra ammette di non conoscere il coach biancorosso, ma allo stesso tempo di aver capito tutto. «Io sto #conilpoz perché credo nelle persone che ci credono». Bello, no? Ecco il nostro fotografo , geniale non solo negli scatti: lui sta #conilpoz «perché voglio vederlo con i capelli corti come i miei».
No, non ci siamo dimenticati dei nostri uomini di sport: scherziamo? Via con : lui sta #conilpoz «perché in questo momento lui e Meo Sacchetti, personaggi positivi, fuori dagli schemi, amati da tutti, hanno la missione possibile di dare una scossa al basket italiano in coma profondo. Se poi vince lo scudetto con Varese, mi rapo a zero anch’io: anzi, mi faccio rapare a zero da lui». E non fa nulla se ha sforato di brutto i 140 caratteri imposti da Twitter.
dice di stare #conilpoz «perché con lui torniamo ad avere 4.000 persone al palazzetto e forse anche di più». La penna magica di , aedo del Varese 1910, si presta alla pallacanestro: lui sta #conilpoz «perché come disse lui la retina del campetto dev’essere stretta e morbida». parla di basket e, ovviamente, sta #conilpoz «perché Varese vuole sognare».
, responsabile delle pagine sportive del nostro quotidiano, si lascia andare: ha detto che sta #conilpoz «perché non prendendosi troppo sul serio trasmette la felicità e la passione di un bambino in un’Italia che anche nello sport è vecchia, isterica e sfiduciata». Anche chi scrive vuol dire la sua e sì: anche chi scrive sta #conilpoz. Perché 11 maggio 1999 e tutto quello che c’è stato dopo, e perché Chicco Ravaglia.
E adesso, ovviamente tocca a voi. Prendete in mano i vostri telefonini, tablet i vostri pc e scrivete sulla nostra pagina Facebook e sul nostro profilo Twitter, la vostra frase seguita dall’hashtag #conilpoz. Perché questo derby è già iniziato: ammesso che il derby tra Varese e Cantù sia mai finito. Noi, ovviamente, pubblicheremo tutto.
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