Città del Vaticano, 27 giu. (Apcom) – Il cardinal Bertone rincara la dose. Già venerdì la Segreteria di Stato vaticana aveva protestato ufficialmente per la perquisizione che la polizia e i magistrati belgi hanno compiuto nell’arcivescovado di Bruxelles sulla scia di denunce di pedofilia. Ieri il principale collaboratore del Papa arriva a paragonare quel blitz con le persecuzioni che la Chiesa subiva all’epoca dell’Unione sovietica.
“E’ un fatto grave e inaudito”, ha detto il Segretario di Stato della Santa Sede intrattenendosi con i giornalisti a margine di un simposio di docenti universitari a Roma. “Non ci sono precedenti nemmeno nei regimi comunisti”, ha detto il porporato, ribadendo “la condanna della pedofilia”, ma tornando a stigmatizzare “l’irruzione e il sequestro dei vescovi, tenuti per nove ore senza bere né mangiare”. A conferma dell’ufficialità della protesta, la presa di posizione di Bertone è stata pubblicata sulla prima pagina dell”Osservatore romano’.
“Di chiese aggredite nella storia ce ne sono state tante, e con ben altra distruttività”, scriveva già stamane l”Avvenire’ in un editoriale di Marina Corradi. “In rivoluzioni e tragedie imparagonabili a questo piccolo blitz di un giudice, incursione legale, protetta dai timbri di un ordine di perquisizione. E tuttavia, violare tombe di cardinali in una cattedrale, pur con i crismi della legge, è un gesto che sa di violenza. Cogliendo la circostanza tragica degli abusi pedofili, colpire non i colpevoli, ma mirare al cuore”. Per il quotidiano dei vescovi italiani, “in questo blitz in cattedrale, nella violazione delle tombe di due arcivescovi della diocesi di Bruxelles, si legge qualcosa che va oltre la legittima esigenza di giustizia”. ‘Avvenire’ si domanda: “Non assume invece, un simile assalto, un valore simbolico, il segno di una voglia di attaccare la Chiesa nella sua totalità?”. La risposta del cardinal Bertone è positiva.
Ska
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