Dopo tre votazioni, la querelle sulla presidenza della FIGC giunge al termine: Carlo Tavecchio è il nuovo presidente della FIGC.
La giornata è stata all’insegna della tensione e del nervosismo: protagonisti Andrea Agnelli, presidente della Juventus e leader del fronte anti-Tavecchio, Claudio Lotito ed Enrico Preziosi, principali sponsor della candidatura del comasco.
Che la giornata sarebbe stata lunga si era capito già dalla prima votazione, chiusa con un nulla di fatto: Carlo Tavecchio ha ottenuto il 60,2% dei voti, mentre lo sfidante Demetrio Albertini si è attestato al 35,46%. Per essere eletto al primo scrutinio uno dei due candidati doveva ottenere i tre quarti dei voti validi.
Tutto da rifare quindi.
Intanto sono proseguite le schermaglie verbali tra i dirigenti dei club di A schierati contro e pro Tavecchio. «Il consiglio della Figc sarà frammentato e non sarà facile attuare riforme nell’immediato» ha detto l’ad della Juventus, Beppe Marotta. Che aggiunge: «Al di là che siamo 7, 8 o 10 club contrari, ci sono due anime in Lega e lascia perplessi l’attivismo di Lotito che fa da tutor al candidato Tavecchio, una cosa impopolare e unica nella storia della Federazione italiana. Sembra che ci siano interessi personali a discapito dei collettivi». non si fa attendere la replica di Lotito, grande elettore di Tavecchio: «La Lega di Serie A spaccata? Che otto società non lo voteranno lo dite voi. Lo vedremo nell’urna. Una rondine non fa mai primavera». Poi aggiunge: «È la prima volta che le quattro leghe sono presenti in un programma condiviso e preparato da tutte le componenti. Perdere un’occasione di questo genere sarebbe un delitto».
Di Lotito parla anche il presidente del Torino, Urbano Cairo (che si è schierato contro Tavecchio), a proposito dell’ipotesi che il Club Italia venga affidato al presidente della Lazio: «Lotito al Club Italia? Tutto ha un limite… È come se io o Berlusconi diventassimo presidente della Rai. Se vuole un ruolo in federazione, deve fare un passo indietro nella Lazio». I numero uno biancoceleste è arrivato anche a un’accesa discussione con il bianconero Andrea Agnelli, che già aveva discusso con Enrico Preziosi. Lo juventino ha chiesto ai suoi omologhi di Lazio e Genoa: «Perché parlate di me? ». Piccata la risposta di Preziosi: «Sei tu che non mi devi nominare».
Fumata grigia anche al secondo scrutinio, nel quale uno dei due candidati doveva raggiungere il 66% dei voti. Nessun vincitore ma si è registrata la salita di Tavecchio nelle percentuali: 63% contro il 34%.
La strada per l’elezione è sembrata però decisamente in discesa: nella terza votazione, era infatti sufficiente che uno dei due candidati raggiungesse la maggioranza semplice. Proprio quello che è avvenuto: Tavecchio si attesta al 63%.
Inizia quindi un nuovo capitolo per il calcio italiano, più che mai in fondo alle classifiche internazionali e squassato dalle lotte interne. Al dì là del risultato, spiace constatare quanto la voce dei tifosi, vere anime del movimento professionistico italiano, conti poco in decisioni fondamentali come questa.
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