“Ducie ritorna”: se i “compagni” imbrattano i muri con errori grammaticali per screditare i “camerati”

Nel quartiere di Avigno riappaiono scritte nostalgiche, ma c’è chi sospetta un depistaggio politico studiato a tavolino

Qualche tempo fa una scritta simile – con lo stesso identico errore ortografico – era comparsa su una pensilina dell’autobus. Ora, sempre nello stesso rione varesino di Avigno, tra via Saffi, via Oriani e via Tommaseo, i muri sono tornati a parlare. Questa volta con frasi come “Ducie ritorna” (scritto con la “i”) e “zona nera”, accompagnate da croci celtiche.

A prima vista si tratterebbe dell’ennesima incursione vandalica da parte di nostalgici dell’estrema destra. Ma non tutti sono convinti. Tra i residenti più attenti si fa largo una lettura diversa: e se si trattasse invece di una provocazione orchestrata da ambienti di sinistra, con l’obiettivo di screditare i cosiddetti “camerati”, rappresentandoli come ignoranti oltre che violenti?

L’errore grossolano – già presente in un precedente blitz – non sembra casuale. E alimenta i sospetti su una regia esterna più interessata all’effetto mediatico che alla reale appartenenza ideologica. I segni dell’imbrattamento, infatti, non risparmiano nulla: muri, centraline della Telecom, pensiline dei bus. Eppure lo stile e i luoghi scelti sembrano fatti apposta per attirare l’attenzione e suscitare indignazione.

Non è escluso, quindi, che dietro questi atti ci sia la mano di qualcuno che abita in zona, ma con un intento ben preciso: creare allarme e puntare il dito contro un avversario politico, utilizzando i simboli più noti dell’estremismo di destra in modo caricaturale.

Nel quartiere, intanto, cresce il fastidio per un clima che si riaccende ciclicamente. E anche questa volta toccherà a residenti e volontari intervenire con pennelli e vernice per restituire dignità agli spazi pubblici.