Due mesi senz’acqua: siamo a secco

L’ultima precipitazione il 28 ottobre, poi solo qualche goccia. E dopo l’estate torrida, le riserve calano. Si rischia il razionamento del 2006. Giù i laghi: Varese perde 27 centimetri. Pescatori preoccupati

– Non piove da due mesi e mezzo, niente neve all’orizzonte e si comincia a temere la crisi idrica. L’ultima volta che ha piovuto davvero è stato il 28 ottobre, quando caddero più di 40 millimetri di pioggia. Poi il deserto. Dicembre si è chiuso con 2 millimetri di pioggia. Il 2 gennaio c’è stata una spolverata di neve, seguita l’11 gennaio da una pioggia debole (6,3 millimetri). Negli ultimi 50 anni solo due periodi

di siccità sono paragonabili, nel 1997 (89 giorni dal 22 gennaio al 20 aprile) e nel 2003 (65 giorni dal 4 febbraio al 9 aprile).Gli approvvigionamenti idrici per ora tengono, anche perché siamo in inverno, stagione durante la quale si usa meno acqua. Siamo però reduci da un’estate che ha registrato livelli record per il caldo e per il consumo di acqua: le falde hanno resistito grazie ai 2.646 millimetri di pioggia caduti nel 2014.

Se la siccità dovesse perdurare, la prossima estate le falde saranno asciutte e si dovranno attivare politiche di risparmio idrico. Come nel 2006 e nel 2007, quando ad alcuni comuni (come Azzate) fu chiusa l’acqua per alcune ore al giorno.
«Confidiamo in una primavera piovosa, altrimenti sarà un’estate problematica» conferma , presidente di Aspem Spa. Tutto può ancora cambiare, ma la crisi idrica è già sui tavoli della Regione: oggi, alle 15, a palazzo Pirelli, è stato convocato un tavolo a cui parteciperanno anche i tecnici del settore ambiente della nostra provincia.
Il primo indicatore della siccità è il livello dei laghi. Il Verbano, in questo momento, misura 192,9 metri sul livello del mare. Mezzo metro ci separa dal livello minimo assoluto toccato il 18 marzo del 1956, quando il lago toccò i 192,38 metri slm (nell’inverno 2005-2006, il livello fu di 192,39 metri slm). Un altro evento recente fu l’estate del 2003, quando il livello del lago fu di 192,47 metri slm.
Il lago Maggiore è importante anche per l’approvvigionamento idropotabile, che nel territorio dell’Ato è garantito dallo sfruttamento delle acque sotterranee mediante 399 pozzi, dalla captazione di 348 sorgenti e, appunto, da due prese da lago (lago di Lugano e lago Maggiore).
I serbatoi di accumulo esistenti sono attualmente 427 e presentano una capacità totale di circa 93.270 metri cubi ed una dimensione media di circa 220 metri cubi. Oltre alle ripercussioni della siccità sulle abitudini e sulle attività umane, spaventano anche quelle che un inverno anomalo, caldo e asciutto, può avere sull’habitat naturale.

Pensiamo al lago di Varese che è sceso di 27 centimetri a Bardello e la cui acqua ha una temperatura che arriva fino a 7 gradi, un’anomalia per il mese di gennaio quando il nostro lago dovrebbe essere coperto da una lastra di ghiaccio. Anche i pescatori sono preoccupati: l’acqua è arretrata così tanto che i canneti sono asciutti e i boccaloni finiscono per ritrovarsi in una “pozzanghera”, dove vengono mangiati dai cormorani.
Cosa si può fare, oltre alla danza della pioggia? «Servono politiche di adattamento perché è evidente che si sta andando verso fenomeni meteorologici estremi, che vedono il brusco passaggio tra la siccità e le piogge torrenziali – dice , coordinatore dei circoli provinciali di Legambiente – Per esempio, l’agricoltura bisognosa di acqua va sostituita con pratiche agricole che ne usano meno».