Due mondi lontani, due rette parallele, vicine, che mai si sono incontrate. Varese e Varesina, domenica si incrociano per la prima volta a livello ufficiale. Arrivano da due percorsi estremamente diversi tra loro: la Varesina sta proseguendo un processo di crescita vertiginoso nato nel 2010, continuato con cinque promozioni consecutive, che ora sta prendendo un po’ fiato per un ulteriore balzo verso l’alto. Il Varese, al contrario, è ripartito praticamente dal fondo, come direbbe De Gregori “solo un po’ d’amore l’ha tenuto in piedi”.
É rinato però alla grande, forte dell’amore popolare, viscerale, antico, una spinta che ha riportato i biancorossi in Serie D in un battito di ciglia. Ora, chiaramente, il grandeur del Varese è atteso ad una conferma, ad una seconda promozione, e già da domenica conoscerà gli ostacoli che si troverà dinanzi durante la stagione che verrà. La Varesina è un primo scoglio, e paradossalmente potrebbe essere già difficile da superare. I ragazzi di Spilli, forti di una continuità che dura ormai da qualche stagione, potrebbero avere una marcia in più, nonostante i tanti nuovi volti arrivati a Venegono durante questa finestra di mercato estivo. Le rivedremo in campionato (14esima giornata, quindi 4/12 e 13/4) ma questo antipasto estivo ci dirà già tante cose.
Anzitutto a che punto è il Varese di Ramella, che finora non ha convinto, non ha mostrato quei lampi di superiorità che ci si attende da una squadra che punta al vertice. Il compito dei biancorossi sarà complicato maggiormente da quella particolare inclinazione che contraddistingue la Varesina, ossia quella di dare fastidio alle grandi. Successe l’anno scorso con il Piacenza, che al Comunale e contro una Varesina spalle al muro trovò la prima sconfitta (su due totali) della sua stagione. Potrebbe dunque capitare nuovamente, anche se ad agosto qualsiasi analisi va presa con le pinze, in quanto è la prima partita stagionale per entrambe. Peccato solo che si giochi fuori provincia, perché un derby inedito come questo meriterebbe una
cornice più bella di Gozzano, con tutto il rispetto. Due mondi diversi, sì, ma con anche qualche punto in comune. Ad esempio i due capitani, Francesco Luoni e Max Di Caro, che ciascuno a suo modo, hanno inciso il proprio nome accanto alla storia della propria squadra. Chiaro, la Varesina esiste da sei anni mentre il Varese di anni ne ha cento in più, quindi fate le dovute proporzioni. Però il percorso di questi due ragazzi è simile: Luoni scende dalla B all’Eccellenza per amore del Varese, mentre Di Caro dalla Serie D alla Promozione per portare in alto la nuova Varesina, assieme ad un gruppo storico che negli anni è rimasto, formato da mister Spilli, Tino, Albizzati, Caon.
Sarà in ogni caso una partita inedita, sentita più da un lato che dall’altro, perché per la Varesina la partita con il Varese è comunque un appuntamento da fotografare ed incorniciare nella sala dei trofei. I biancorossi dovranno stare attenti e sfruttare l’occasione: vincere, oltre a portarli al prossimo turno di Coppa Italia con il Pontisola, potrebbe essere il trampolino di lancio per una stagione che per ora è partita a singhiozzo. Forse serve proprio la prova del fuoco per forgiare i ragazzi di Ramella.