Duecento litri di gasolio nella roggia. È allarme: lago salvo per un miracolo

Pomeriggio da incubo dopo la scoperta di nafta nel reticolo che arriva fino a Capolago. Anche il vento tra le cause dello sversamento. Autobotti e barriera per fermare il flusso

Doveva essere un intervento senza i crismi dell’emergenza quello effettuato poco dopo le 12 di ieri dal geologo , tecnico in servizio presso il Comune di Varese: c’era da transennare un reticolo agricolo nei pressi di Capolago e da rimuovere un pezzo di tubatura, giacente sulle rive, staccatosi per il maltempo dei mesi scorsi e pericoloso in primis per la circolazione stradale.
C’è sempre un momento che segna il confine tra il prima e il dopo, una “sliding door” attraversata la quale un lavoro quasi di routine si trasforma in una corsa affannosa contro il tempo.

Quel momento è arrivato quando Pozzi, giunto all’inizio di via dei Boderi, si è accorto che nel reticolo scorrevano litri e litri di una sostanza oleosa di colore nero e dai riflessi blu accesso, percependone anche l’odore intenso e sgradevole: era nafta, carburante per trattori.
Si immagini lo sgomento prima, seguito poi dalla focalizzazione di un pericolo ancora più grande rispetto alla situazione visibile dai suoi occhi: quella nafta viaggiava diretta verso il lago di Varese.

/>È così che un pomeriggio come un altro si è trasformato in emergenza piena, in una staffetta che ha coinvolto prima le Guardie ecologiche del Comune di Varese e poi – da loro allertata – una ditta di Caronno Varesino, la Gumiero Spurghi, chiamata per evitare un danno ambientale di grosse proporzioni per il bacino cittadino. Presente anche l’assessore all’Ambiente .
I fatti per ora accertati sono stati così ricostruiti: il gasolio – stimato in 200 litri ma ad occhio molto di più – è fuoriuscito da una cisterna in disuso di proprietà di un’azienda agricola del luogo.

La perdita, forse generata dal vento forte e sicuramente favorita dalla vetustà del grosso contenitore, tra l’altro sprovvisto di una vasca di emergenza e quindi non a norma, si è riversata in un reticolo usato per l’irrigazione dei campi, diffondendosi a poco a poco in parte dei canali che lo compongono.
Uno di questi va a finire dritto nella Roggia Nuova, torrente che – scorrendo sotto la strada provinciale – si immette dopo alcune centinaia di metri nel lago di Varese.
Le Gev, intervenute con il coordinatoree con , hanno cercato di agire in due modi per evitare che la sostanza giungesse effettivamente sulle rive dello specchio: una prima autobotte – una seconda si è poi resa necessaria in serata – ha aspirato la nafta direttamente dai canali, nel punto in cui lo sversamento risultava più cospicuo; contemporaneamente si è provveduto ad apporre delle barriere protettive sulla Roggia, una sorta di materassi assorbenti messi a poca distanza gli uni dagli altri nel tentativo di “pulire” l’acqua in discesa verso il lago. «L’azione dovrebbe essere stata tempestiva – ha affermato Clerici dopo il sopralluogo delle 17 di ieri – Una minima parte però è inevitabilmente entrata nel bacino».
Effettivamente il grosso del carburante è rimasto nei canali e le barriere dovrebbero aver fatto un buon lavoro: è però inevitabile – l’acqua della Roggia scorre molto più veloce di quella dei reticoli – che non tutto sia stato filtrato. Dopo le 18.30 è stata versata anche una polvere assorbente poi spalata con i badili, con l’obiettivo di rendere ancora più efficace l’azione di difesa ambientale.
Saranno effettuate indagini per capire se si è trattato davvero di un incidente oppure se sia ravvisabile del dolo.
Quel che certo è che la già precaria situazione del malato lacustre ha rischiato seriamente di aggravarsi.