04 Gen 2013
di 
1 minuto di lettura
VARESE Rito o bufala? Se lo è chiesto Alberto Zambon quando, il 2 gennaio, è andato a fare un giro alla Schiranna e – passando per piazzale Roma, davanti all’ingresso per la zona camper, sotto un gruppo di piante e sull’aiuola – ha fatto una scoperta che ha dell’inquietante. Zambon ha rinvenuto un grande cesto di bellissima frutta posato su una tovaglietta di colore rosso. Il cesto era decorato con sette rose e tra la frutta c’erano uva, albicocche, mele, arance, more, ribes, fragole, banane, etc. Insieme alla composizione c’erano anche altri strani oggetti. Tra cui una bottiglie di Vermouth rosso aperta e con il tappo a terra. Un bicchiere pieno dello stesso liquore. Un flacone di profumo da donna. Un rossetto nuovo. Un pacchetto di sigarette pieno e con una sigaretta semifumata appoggiata sopra. Un mazzo di carte da gioco. Ma cosa sta a significare la strana composizione? Tutte le ipotesi sono aperte. «Presumibilmente si
tratta di un rito per allontanarsi dai vizi – ipotizza Zambon – Dico questo perché ci sono simboli che rimandano al gioco, all’alcol, al fumo, alle donne e tutto sembrerebbe tornare». E se l’opera risalisse a una setta? La scorsa estate, alla Schiranna erano state viste delle persone incappucciate, vestite di bianco, confabulare intorno a un tavolo. Appena si erano rese conto di essere osservate erano scappate, lasciando in zona alcune candele. «Sicuramente esiste qualcuno a cui ogni tanto viene la brillante idea di fare qualche cosa di strano – dice <+nero>Fausto Gambaro<+tondo>, responsabile delle Guardie Ecologiche – Sul lungolago, prima che mettessimo i cartelli di divieto di accesso, c’erano sempre molte auto ferme alla sera. Adesso sono diminuite, ma abbiamo intensificato i controlli notturni. Le persone trovate con l’auto nel parco Zanzi vengono sanzionate, quelle sul lungolago vengono invitate ad andarsene». Il cesto, di conseguenza, potrebbe essere stato posizionato alla Schiranna nella notte di Capodanno.
s.bartolini
© riproduzione riservata
