JERAGO CON ORAGOIl 2 novembre delle piccole imprese: «Se non cambia il registro, l’anno prossimo dovremo mettere i fiori sulle lapidi delle tante imprese che non ci saranno più».
A lanciare l’allarme, con l’avvicinarsi della scadenza della cassa integrazione in deroga che tiene in piedi molte piccole imprese artigiane con meno di 15 dipendenti, è Alberto Vanzini, imprenditore meccanico di Jerago con Orago, già promotore delle adunate spontanei dei “piccoli” ribelli del territorio.
La prima volta, nel giugno del 2009, nel pieno della crisi che fece crollare i fatturati, arrivarono in trecento all’Auditorium di Jerago, per suonarle ai politici e alle banche.
«Oggi forse la situazione è peggiore – racconta Vanzini – perché se è vero che ancora tanti sono riusciti a tenere duro e che nel 2010 e nel 2011 qualche timido recupero c’è stato, ora siamo molto più “scoperti” di prima di fronte alle avversità della crisi. Allora le banche concedevano ancora qualche quattrino e gli imprenditori usavano il fieno messo in cascina per superare le difficoltà, oggi le banche non ci aiutano più, il fieno in cascina non c’è più e oltretutto ci sono gli impegni assunti in questi tre anni che vanno onorati».
In un simile scenario, ci si sta mettendo il calo degli ordinativi, che sta colpendo il distretto varesino della meccanica dall’estate 2012: «Gli ordini sono in picchiata e abbiamo una visibilità di due settimane che è pericolosissima».
In più c’è il problema della cassa integrazione in deroga, ancora di salvezza per le aziende con meno di 15 dipendenti nel periodo più buio della crisi, ma in scadenza il 31 dicembre del 2012. «Se non verrà rinnovata, molti piccoli saranno costretti a chiudere – fa sapere Vanzini – nel giorno in cui si commemorano i Morti, dovremo prepararci per il prossimo anno a commemorare anche la morte delle piccole imprese?».
e.romano
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