«È la mia squadra e io la difenderò. Ma nessuna pietà per chi non dà tutto»

L’intervista al presidente della Pallacanestro Varese Stefano Coppa a poche ore dalla riapertura del Tempio di Masnago per la stagione 2015/2016

Si riapre la grande casa: la parola va chi ha l’onore e l’onere di esserne il padrone. Stefano Coppa all’incipit dell’avventura: mercato, sentimenti, senso di appartenenza, aspettative e non solo.

Quello di sempre: fare una stagione al meglio delle nostre possibilità. Non so ancora quale sia il nostro livello, perché siamo completamente nuovi e non facili da inquadrare. Mi auguro solo che tutti diano il massimo, mettendo in questa avventura impegno e professionalità. La speranza è quella di aver scelto non solo dei buoni atleti, ma anche delle persone con determinate qualità caratteriali: su questo aspetto abbiamo puntato molto, ci siamo informati prima di ogni decisione.

Tante, una su tutte: questa squadra la sento più mia. I giocatori sono stati scelti tenendo un inevitabile occhio al budget, ma con una filosofia ben precisa a fare da sfondo: squadra giovane, atletica, provvista di un blocco italiano firmato con contratti pluriennali. Insomma, ci sono regole e logica dietro il mercato e ciò mi regala una maggiore serenità. Da qui in poi ci vorranno competenza e anche un po’ di fortuna.

Perché sono stato collante e cappello, perché la filosofia di cui parlavo prima è stata una vera e propria condivisione a tre. Con Arrigoni e Moretti ci siamo sentiti 4 o 5 volte al giorno, mi hanno coinvolto nelle loro valutazioni, nei loro ragionamenti: ogni passo è stato fatto solo con tutti d’accordo, ogni decisione è stata sposata all’unisono. E per questo verrà difesa da tutti. Non sono entrato nel tecnico, non è il mio terreno: l’unica cosa di cui mi sono preoccupato è stata la ricerca di questa sintonia e sono molto soddisfatto di come si sia concretizzata. Davanti a tale stella polare non mi è interessato nemmeno allungare i tempi.

No, è stato più difficile scegliere piuttosto che trattare. Certo qualche intoppo lo abbiamo avuto: con Gordon la contrattazione è durata due ore e poi naufragata, con Wayns – con cui comunque si è arrivati in porto – c’è stata una differenza iniziale tra domanda e offerta da limare. Sono d’accordo con quanto detto da Arrigoni al vostro giornale: le complessità sorgono quando sei costretto a rapportarti con un intermediario piuttosto che con l’agente diretto del giocatore.

Bruno è stato costretto a farlo perché non ha più la memoria di una volta… Scherzi a parte, il mio elenco ha pochi nomi: abbiamo portato a casa ciò che volevamo. Mi interessa di più capire come si comporterà chi ci ha detto di sì.

Il tifoso di Varese trova sempre un buon motivo per tornare. Forse perché sogna: ecco, noi speriamo di avergli dato le ragioni per continuare a farlo e perché questi sogni non rimangano tali. Io ringrazio tutti coloro che hanno sottoscritto la tessera: hanno dimostrato un amore che va al di là di ogni cosa. Va ripagato.

Stiamo definendo la cosa. Abbiamo in mente di proporre un mini abbonamento che varrà per la prima e la seconda fase a gironi, in caso di qualificazione. Ciò significa che i tifosi acquisterebbero il diritto ad assistere fino a 6 partite casalinghe e in più avrebbero sconti per le eventuali fasi successive. Anche i biglietti singoli saranno scontati: meno 50% rispetto al prezzo di campionato.

In primis ci siamo dedicati a chiudere tutti i contratti con quelli della passata stagione. Ora abbiamo due trattative avviate per altrettanti sponsor di maglia, con due società importanti a livello nazionale. L’accordo Sky-Rai ci dovrebbe aiutare in questo senso, perché dà al prodotto una visibilità maggiore. Da settimana prossima ne sapremo di più.

Che se metteranno impegno, personalità e professionalità usciranno dal Palawhirlpool sempre fra gli applausi, anche se non sono stati i migliori. In caso contrario interverremo in maniera decisa: quest’anno niente alibi per il gruppo.