E ora la crisi arriva in classe Niente lavoro e addio scuola

VARESE La crisi è arrivata anche in classe. Le famiglie fanno sempre più fatica ad arrivare alla fine del mese, e anche gli studi dei ragazzi ne subiscono le conseguenze. Le scuole fanno quello che possono per andare incontro agli studenti in difficoltà, ma iniziano a verificarsi casi di ragazzi che, ad un passo dal diploma, abbandonano gli studi perché i genitori perdono il lavoro e non possono più garantire il percorso di studi ai figli.

Casi che, nella nostra provincia, si contano sulle dita di una mano, ma i racconti di presidi ed insegnanti parlano chiaro: le famiglie fanno sempre più fatica a garantire un futuro ai ragazzi.
L’allarme è partito da un’assemblea del movimento “La scuola che resiste”, che a Varese sta raggruppando insegnanti, genitori e studenti che invocano meno tagli alla scuola pubblica: la professoressa Donatella Manfrin, insegnante di inglese al liceo classico Cairoli, ha raccontato l’esperienza di un amico della figlia, studente in un liceo scientifico della provincia, costretto ad abbandonare gli studi al quarto anno, perché le ditte dove lavoravano i genitori hanno chiuso.
«Non è l’unico – racconta la professoressa qualche giorno dopo – un paio d’anni fa è successa la stessa cosa ad un mio studente, un ragazzo intelligentissimo. I genitori sono finiti in cassa integrazione, e lui si è sacrificato, andando a lavorare per mantenere agli studi la sorellina». Due casi estremi, che però rivelano come la crisi sia arrivata anche in classe e, dopo la scuola dell’obbligo, le scelte vengano fatte con una mentalità diversa rispetto a pochi anni fa. Lo si nota anche nei cortili dei licei: le auto parcheggiate sono molto meno rispetto a qualche anno fa, e sono più modeste. Le piccole auto sportive, quelle che i figli delle famiglie benestanti spesso ricevevano come premio per il conseguimento della patente, sono scomparse.
E non è finita: molte scuole, quest’anno, hanno deciso di sospendere i viaggi di istruzione, o comunque di ridurli. Non solo. L’Open Day del Newton si conclude in questi giorni, e la preside ha notato un altro fenomeno: «Ragazzi che vengono da noi dopo aver preso in considerazione un liceo. È una tendenza degli ultimi anni: le famiglie cercano una formazione che apra le porte dell’università, ma anche quelle del mondo del lavoro.

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s.bartolini

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