Forse ci siamo, forse davvero non tutto il male vien per nuocere. Da qualche giorno la passione vola di fior in fiore. Una parola che pareva ormai dimenticata dall’attuale sistema sociale da troppo tempo avvezzo ad essere imboccato senza sforzo alcuno. Uno stato psicologico egregiamente spiegato da Elena Pulcini nel suo saggio “L’individuo senza passioni” descrivendo l’Io postmoderno. Ora sembrerebbe invece che questo sentimento forte e trainante si stia risvegliando negli animi varesini. «Non lo faccio per soldi, lo faccio per passione, le cose fatte senza passione non riescono mai, è vero, non ci guadagno nulla anzi ci perdo, ma è la mia passione…» frasi udite da persone di ogni età e di ogni livello sociale. Musica per le mie orecchie, io che ho sempre funzionato a colpi di passione, quella che ti fa superare ogni ostacolo in una sorta di delirio, di forza di volontà che trasmette entusiasmo e fa da elemento
trainante. Lo ammetto, dopo anni all’estero non posso dire di averne trovata un gran che, incrociando per lo più persone tiepide ed educate che mi sbirciavano da sotto in sù pensando di aver a che fare con una tipa un po’ matta o in vena di eccentricità. Che dolorosa differenza con gli ascoltatori attenti e curiosi a cui mi ero per anni confrontata in altri Paesi! Ecco io credo o piuttosto, spero, che finalmente la città si stia sprovincializzando. È questa la conditio sine qua non per evitare di essere risucchiati in una spirale discendente. Ciò non significa che l’erba del vicino sia sempre più verde, è saggio però osservarla e vedere se non valga la pena prendere ispirazione da qualche fiore diverso dal nostro adattandolo con giudizio alla nostra terra e alle nostre radici. Cominciamo dunque ad affacciarci fuori dal nostro orticello, mettendoci una buona dose di green passion! Nicoletta Romano
s.bartolini
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