Una scommessa di una sera di mezza estate a Vicenza («portiamo gli universitari anche a Varese?»), la prima stagione – agosto 2015 – andata in archivio con 1200 spettatori all’attivo partendo quasi dal nulla e poi quella promessa: «L’anno prossimo coinvolgeremo anche i club di serie A». Mantenuta.
La passione e l’intuizione sono i due pistoni del motore che muove Davide Simonetti e Raimondo Diamante, colonne portanti della versione lombarda del College Basket Tour, rassegna che regala agli appassionati italiani il basket universitario americano a due passi da casa. Passione, perché allestire, “allattare” e poi migliorare una creatura del genere non è un gioco da ragazzi: se manca l’amore per “The game” nulla si compie; intuizione, perchè i due ragazzi hanno capito – e, con loro, chi ha la stessa missione nel resto d’Italia (il College Basketball Tour è ormai nel complesso un evento che conta 30 località di esibizione e decine di squadre partecipanti tra team ospiti e formazioni europee) – le potenzialità di un prodotto capace di catturare l’attenzione di tifosi, addetti ai lavori, procuratori, sponsor e media: «Stiamo crescendo, anche a livello geografico – ci spiegano i due durante una visita in redazione, insieme alla terza anima del progetto lombardo che risponde al nome di Nicla Strambi – Quest’anno il livello sul parquet sarà ancora più alto, accontentando il desiderio degli atenei che da noi vengono per disputare partite il più possibile competitive».

Così sarà, grazie – come anticipato – alla presenza di avversari come Brescia, Cantù, Casale Monferrato e… Varese. La Openjobmetis scenderà in campo il 19 agosto a Malnate contro gli Athletes in Action, selezione di giocatori appartenenti alla Division One della Ncaa che vanta prospetti del calibro di Larry Austin (da Vanderbilt), Joe Acuil e Tj Maston: «La Pallacanestro Varese ha aderito con grande entusiasmo alla nostra richiesta di coinvolgimento – racconta Diamante, che nella prossima stagione farà parte dello staff tecnico biancorosso – Coach Moretti desiderava mettere nel calendario della preparazione un’amichevole dopo una settimana di lavoro e noi gli abbiamo offerto questa possibilità».
E mentre il lavoro degli organizzatori punta a valorizzare il prodotto anche fuori dal parquet (nel 2015 furono 5 milioni le visualizzazioni social e alcune partite vennero addirittura trasmesse in diretta in America su Fox Sport), l’occhio degli appassionati è curioso di ammirare ciò che offrirà il campo. Il menu è ricco: Cedarville, Washington State, Washington and Lee, Santa Clara e Princeton solo per restare agli atenei; l’Oca Ubriaca Team, con tanti “under” del territorio (Vai, Moalli, Maruca e Pagani solo per citarne alcuni), giocatori serbi che gli agenti vogliono mettere in mostra (tra loro il classe 1991 Nikolai Rondovic e il 1992 Stefan Vukovic) e un americano che appena ha saputo della possibilità di una vetrina varesina non ci ha pensato due volte a raggiungere i nostri lidi, addirittura dalla Cina (si tratta della grande promessa Paris Bass, ala piccola di Detroit Mercy).

Pensate a una sorta di Adidas Eurocamp di Treviso in salsa varesina: «Non sarebbe brutto diventare un punto di riferimento per aprire contatti tra atleti e agenti – confessa Davide Simonetti – così come dare la possibilità ai giovani giocatori delle nostre squadre di aprire una via che li possa portare un giorno a giocare proprio nelle università statunitensi». Questi due, insieme alla fidelizzazione del pubblico e al desiderio di arrivare a riempire arene come il Palawhirlpool o addirittura il Forum di Assago, fanno parte della nuova road map dei sogni targati College Basketball Tour.
