Gallarate «Il tango non è solo un ballo: è una storia di vita, un momento sociale, di socializzazione. È nato nel popolo e dunque è sentimento del popolo». Barbara Tomasina è varesina, balla «da sempre», e al tango si è avvicinata circa sette anni fa. Arrivando a disputare, nella categoria “Salon”, con Andrea Baccaro, le semifinali in due campionati europei e la finale in uno italiano legati alle subsedi ufficiali del “Mundial de Tango” di Buenos Aires. Incontrando come giuria nomi di grandi personaggi legati al tango argentino e che del tango argentino hanno fatto la storia, come Miguel Angel Zotto, Maria Nieves, Juan Carlos Copes, Carlito e Rosa Perez.
«Nei loro occhi – racconta – c’è la forza del sentimento che nasce dal tango, c’è un fascino fortissimo che viene dall’anima. Perché l’hanno provato nella loro storia, hanno vissuto la sua nascita. Il tango è come un avvenimento che scuote l’esistenza: chi l’ha visto “venire al mondo” non può dimenticarlo. Averli incontrati è una fortuna, per noi che davanti a loro resteremo allievi per sempre».
Barbara, di cui colpisce, parlandole, la riservatezza, e Andrea oggi stanno lavorando con la Società Gallaratese per portare i passi di questo «mondo interiore» anche a Gallarate. «Il tango va capito: e così lo ami» aggiunge, quasi sottovoce. E quando ha sentito che è tra le passioni di papa Francesco non si è meravigliata più di tanto. Al contrario invece di molti spettatori, che hanno storto il naso di fronte a una passione erroneamente giudicata eccessivamente “pop” del nuovo pastore della Chiesa universale. L’istruttrice invece, pur non entrando certo nel merito specifico, non conoscendo il Pontefice, né il percorso che lo lega al tango, una cosa ce la conferma senza alcun dubbio. Che gli argentini con il tango nascono e crescono.
«Soprattutto – aggiunge, da noi interpellata proprio per svelarci qualcosa in più su questo ballo – negli Anni Quaranta, e nei quartieri anche popolari di Buenos Aires, il tango era nel suo periodo d’oro». Fa parte, insomma, della cultura del popolo e sembra quasi naturale che una persona come questo Papa, che si è dimostrato vicino al popolo, alla realtà e ai sentimenti anche del “suo” popolo, il tango lo conosca e lo ami. «Sicuramente è cresciuto ballandolo, come tutti i suoi coetanei e conterranei» riflette Barbara. E del resto non è un mistero che molti popoli sudamericani abbiano nel ballo espressione efficace, completa e sublime della loro cultura.
«Inoltre – aggiunge – c’è un filo che unisce l’Argentina all’Italia parlando di tango: molti grandi compositori e ballerini sono italiani o figli di italiani emigrati in Argentina. E molti Argentini per i quali il tango e le musiche del tango sono un pezzo di storia vissuta sono venuti in Italia». E poi, la bellezza del tango, sta anche nelle sue regole. «Quelle – conclude Barbara Tomasina – per cui ci si muove insieme in una musica che è una storia struggente, a volte anche dolorosa. Ma sempre sentita e vissuta».
f.artina
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