Einstein e Gandhi testimoni di pace Vanno sul palco con Bertoli e Grioni

Gandhi, Einstein e un dialogo ideale tra due personaggi che nella vita, pur nella diversità, hanno potuto parlare di ricerca della pace, dicendo anche, sotto certi aspetti, cose simili.

“Guerra è pace?”, quello che fu monologo, nato da un’idea nel 2003, del grande Carlo Rivolta oggi diventa un dialogo tra due attori del calibro di Luciano Bertoli e Davide Grioni, un reading con due stati scenici su elaborazione drammaturgica sempre di Nuvola de Capua, moglie dell’attore scomparso.

E va in scena nella nuova struttura per la prima volta all’interno della rassegna “Parola e Mistero” promossa dal teatro delle Arti, con palcoscenico, lunedì 18 novembre alle 21, la chiesa di San Paolo a Sciarè di Gallarate.

Reading in forma di “lettura mossa”, con due stati scenici. Il giovane Davide Grioni, che di Carlo Rivolta è stato alunno, dà voce a Gandhi; Luciano Bertoli è Einstein, capace di trasmettere nel personaggio la sua ironia.

«Gandhi ed Einstein sono personaggi così diversi – spiega Nuvola De Capua -, ma hanno in comune la ricerca essenziale della pace, della non-violenza. Nella drammaturgia non invento niente, è un confronto fra i testi dei due personaggi, un dialogo ideale che li vede dire le stesse cose, ma con stati d’animo e parole diverse». Ma entrambi «cercavano di dare un senso alla vita per aiutare se stessi e gli altri, cercavano di togliere le ingiustizie e gli attriti che portavano alla guerra». E lì, in quel dialogo, ci sono anche travagli interiori.

L’idea del reading, si diceva, è nata dieci anni fa, davanti a quelle «guerre camuffate con intenti democratici o umanitari – prosegue Nuvola De Capua -. E con Carlo ci siamo chiesti se si può chiamare la guerra con il nome di pace…».

Quello che era il monologo di Carlo Rivolta viene qui mutato su due attori, ma non solo: è arricchito di nuove cose trovate e documentare, di stralci del discorso di Gandhi legato alla marcia del sale, delle motivazioni e del pentimento di Einstein davanti alla bomba atomica.

«Rispetto a prima – spiega la De Capua – molte cose sono rimaste, molte sono nuove, forti, attuali. Ogni volta che riprendo il testo aggiungo, taglio, cambio… E non si parla qui solo di guerra e di pace, arrivandoci da constatazioni, ma anche di religione, democrazia, disagi esistenziali, giustizia, ingiustizia, di cose che non funzionano nel mondo».

Un dialogo ideale affascinante e profondo. Ideale ma estremamente concreto, che, leggendo in parallelo gli scritti di due grandi come Gandhi ed Einstein, lascia intravedere un intreccio dialettico denso, intelligente.

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