Elia Luini e il «suo» capo del Coni «Ripartirà dalle palestre di paese»

VARESE Giovanni Malagò, romano classe ’59, è da ieri (un po’ a sorpresa) il nuovo presidente del Coni. Prima ancora, e tra le altre cose, è però lo storico numero uno del Circolo Canottieri Aniene, il club polisportivo della Roma bene, frequentato dalla gente che conta della politica e dello spettacolo. Elia Luini, fuoriclasse varesino del remo che da otto anni voga proprio per il sodalizio capitolino, sa bene chi sia Giovanni Malagò. E ne è entusiasta.Autunno 2004, bocce ferme dopo le olimpiadi di Atene; Luini è reduce dal ko più pesante della sua vita di atleta: da superfavorito va fuori in semifinale e addio oro a cinque cerchi. Arriva la chiamata di Malagò: «Non è che potremmo vederci?». Presto fatto, i due si vedono a Roma. «Ci siamo parlati due minuti – racconta Luini – e abbiamo capito che volevamo entrambi la stessa cosa. Non c’è stato bisogno di una firma, è bastata la sa stretta di mano». Poi è arrivata la firma, a cifre che solo Luini e Malagò – patto di ferro – conoscono. Otto anni e passa più tardi, il sodalizio regge e reggerà fino a Rio 2016. A meno che Luini non voglia andare oltre. «Non lo so – dice il campione di Voltorre -, avrò 37 anni ed è giusto che pure i giovani dicano la loro. Comincio a pensare a queste cose qua».Quel che colpisce ancora oggi

Luini è la vicinanza che Malagò riesce a far sentire ai suoi atleti. «C’è sempre – racconta -. Quest’estate a Londra, dopo l’eliminazione in semifinale, Malagò era lì a chiedere, a parlare e a rincuorare. Ma c’era pure l’anno scorso a Bled, alle qualificazioni per le olimpiadi. È molto presente, prima e dopo le gare, di persona con una chiamata. Ho idea che metta lo sport e gli atleti davanti a tutto. Credo che il resto lo interessi meno: fondamentalmente è un uomo di sport; ama la competizione e gli piace vincere. Ma senza colpi di testa: all’elezione a presidente del Coni aveva già pensato quattro anni fa: ha aspettato il momento buono».Che colori avrà lo sport italiano da qui in poi? «Petrucci è stato un bravo presidente – dice Luini – ma il Coni è una macchina che ormai si trascina. I tagli toccano anche lo sport e la sterzata che propone Malagò è interessante. Dalla sua, lui ha il fatto che conosce bene lo sport di base, ha viaggiato molto e sa come si fanno le cose all’estero. Malagò è il tipo di dirigente che ripartirebbe dalle palestre di paese, cioè dal creare e rinforzare le strutture locali, quelle in cui tutto comincia. E, purtroppo, dove tutto spesso finisce. Una realtà come l’Hub australiano di Gavirate, cioè messa in piedi in un piccolo centro, ma con decisione, volontà: ecco una cosa alla Malagò».

s.bartolini

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